A oltre un decennio dalla formulazione del concetto di App Generation (Gardner e Davis, 2014), la nuova generazione di giovani, cresciuta in un ecosistema digitale dominato da app e social network (SN), mostra forme inedite di interazione, ma anche segnali di isolamento e fragilità relazionale. Questo contributo analizza l’impatto dei SN, con particolare attenzione alla loro evoluzione verso contenuti brevi e performativi (Reels, TikTok), mettendo in luce le contraddizioni insite in strumenti progettati per connettere ma spesso correlati a percezioni di solitudine, inadeguatezza e riduzione degli atteggiamenti prosociali (Twenge, 2018; Chou, Edge, 2012). Alla luce di tali criticità, il lavoro propone di rivalutare il cinema come dispositivo pedagogico in grado di stimolare competenze prosociali, empatiche e riflessive nei giovani. A differenza dei SN, dove prevalgono dimensioni esibizionistiche e voyeuristiche orientate alla spettacolarizzazione del sé, il cinema offre un linguaggio estetico capace di destrutturare e rigenerare la realtà, favorendo percorsi di autoconsapevolezza e crescita personale. Si evidenzia come lo studio guidato dei film possa fungere da catalizzatore per un’educazione alla resilienza e al desiderio, sostenendo i giovani nell’elaborazione critica delle immagini e nell’interpretazione del proprio vissuto (Marone, Striano, 2012; Pareyson, 1988). L’analisi si colloca in una prospettiva ermeneutica e semeiotica, orientata a promuovere un’educazione estetica che valorizzi la dimensione formativa dell’esperienza artistica (Dewey, 1934/1980). In conclusione, si ipotizza che integrare la visione e lo studio del cinema nei contesti educativi possa rappresentare una strategia efficace per contrastare gli effetti negativi dei SN, rafforzare la capacità immaginativa e potenziare l’etica del desiderio giovanile.
Corbi, V. (2025). Silenzi digitali, immagini filmiche: un nuovo dialogo con i giovani.. Lecce : Pensa Multimedia.
Silenzi digitali, immagini filmiche: un nuovo dialogo con i giovani.
Vitaliano Corbi
2025
Abstract
A oltre un decennio dalla formulazione del concetto di App Generation (Gardner e Davis, 2014), la nuova generazione di giovani, cresciuta in un ecosistema digitale dominato da app e social network (SN), mostra forme inedite di interazione, ma anche segnali di isolamento e fragilità relazionale. Questo contributo analizza l’impatto dei SN, con particolare attenzione alla loro evoluzione verso contenuti brevi e performativi (Reels, TikTok), mettendo in luce le contraddizioni insite in strumenti progettati per connettere ma spesso correlati a percezioni di solitudine, inadeguatezza e riduzione degli atteggiamenti prosociali (Twenge, 2018; Chou, Edge, 2012). Alla luce di tali criticità, il lavoro propone di rivalutare il cinema come dispositivo pedagogico in grado di stimolare competenze prosociali, empatiche e riflessive nei giovani. A differenza dei SN, dove prevalgono dimensioni esibizionistiche e voyeuristiche orientate alla spettacolarizzazione del sé, il cinema offre un linguaggio estetico capace di destrutturare e rigenerare la realtà, favorendo percorsi di autoconsapevolezza e crescita personale. Si evidenzia come lo studio guidato dei film possa fungere da catalizzatore per un’educazione alla resilienza e al desiderio, sostenendo i giovani nell’elaborazione critica delle immagini e nell’interpretazione del proprio vissuto (Marone, Striano, 2012; Pareyson, 1988). L’analisi si colloca in una prospettiva ermeneutica e semeiotica, orientata a promuovere un’educazione estetica che valorizzi la dimensione formativa dell’esperienza artistica (Dewey, 1934/1980). In conclusione, si ipotizza che integrare la visione e lo studio del cinema nei contesti educativi possa rappresentare una strategia efficace per contrastare gli effetti negativi dei SN, rafforzare la capacità immaginativa e potenziare l’etica del desiderio giovanile.| File | Dimensione | Formato | |
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