Najīb Surūr (1932-1978) fu uno degli autori più visionari, poliedrici e provocatori della generazione di intellettuali che animarono la prolifica scena culturale egiziana degli anni ’60 e ’70. A quasi cinquant’anni dalla morte ‒ per la gran parte dei quali è stato censurato e pressoché dimenticato sino alla recente riscoperta nel post-2011 – questo volume presenta la prima traduzione dall’arabo delle poesie dell’autore e si propone di esplorarne la poetica, osservarne i termini della sperimentazione artistica e strapparlo al personaggio del dissidente engagé che gli è stato ingiustamente cucito addosso. Dalle feroci e celebri Vaffanculiadi contro la corruzione e il malgoverno, alle struggenti liriche dell’esilio, sino ai satirici e visionari sketches scritti a seguito della Naksa (1967) o all’equilibrio formale delle più mature Quartine, questo studio critico impiega strumenti analitici endogeni alla tradizione letteraria araba per approcciare quel bisogno di poesia che contraddistinse questo autore dal gusto così antico e moderno. Un satiro contemporaneo, dunque, che dietro una colorata maschera d’irriverenza celò la propria infantile inadeguatezza davanti all’inaccettabile crollo dei valori della Rivoluzione del ’52 ‒ ma il cui amore per l’Arte fu di certo adamantino.
Fontana, C. (2025). Poesie scelte di Najīb Surūr. Studio critico e traduzione. Bologna : Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne – LILEC [10.6092/unibo/amsacta/8406].
Poesie scelte di Najīb Surūr. Studio critico e traduzione
chiara fontana
Primo
2025
Abstract
Najīb Surūr (1932-1978) fu uno degli autori più visionari, poliedrici e provocatori della generazione di intellettuali che animarono la prolifica scena culturale egiziana degli anni ’60 e ’70. A quasi cinquant’anni dalla morte ‒ per la gran parte dei quali è stato censurato e pressoché dimenticato sino alla recente riscoperta nel post-2011 – questo volume presenta la prima traduzione dall’arabo delle poesie dell’autore e si propone di esplorarne la poetica, osservarne i termini della sperimentazione artistica e strapparlo al personaggio del dissidente engagé che gli è stato ingiustamente cucito addosso. Dalle feroci e celebri Vaffanculiadi contro la corruzione e il malgoverno, alle struggenti liriche dell’esilio, sino ai satirici e visionari sketches scritti a seguito della Naksa (1967) o all’equilibrio formale delle più mature Quartine, questo studio critico impiega strumenti analitici endogeni alla tradizione letteraria araba per approcciare quel bisogno di poesia che contraddistinse questo autore dal gusto così antico e moderno. Un satiro contemporaneo, dunque, che dietro una colorata maschera d’irriverenza celò la propria infantile inadeguatezza davanti all’inaccettabile crollo dei valori della Rivoluzione del ’52 ‒ ma il cui amore per l’Arte fu di certo adamantino.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


