La figura e l’opera del vignolese Pietro Antonio Bernardoni (1672-1714) non sono state sinora oggetto d’indagine sistematica negli studi musicologici. Associatosi all’Accademia d’Arcadia nel 1791 col nome di “Cromiro Dianio”, ascritto tra gli accademici Accesi di Trento, i Gelati di Bologna, gli Scomposti di Fano e gli Animosi di Venezia, fu in stretto contatto con gli intellettuali più influenti dell’epoca sua, tra cui Ludovico Antonio Muratori, Pier Jacopo Martello, Carlo Maria Maggi, Giovan Gioseffo Orsi. Impostosi sulla scena letteraria come autore di rime, tragedie, oratori, serenate e drammi per musica, Bernardoni s’interessò sin dall’età giovanile al teatro francese, in particolare ai lavori di Corneille e Racine, di cui produsse anche apprezzate traduzioni. Dopo vari incarichi presso famiglie nobili dell’Italia settentrionale e come ambasciatore del duca di Savoia a Parigi, nel luglio 1701 succedette a Niccolò Minato nel ruolo di secondo poeta cesareo a Vienna, dapprima al servizio dell’imperatore Leopoldo I, insieme col poeta Donato Cupeda, e poi di Giuseppe I, con Silvio Stampiglia. Se le rime e le tragedie di Bernardoni, «impregnate d’essenze francesi», sono state lette come artificiosa emanazione degli ideali arcadici o tacciate di concettismo secentesco, la sua produzione librettistica non è stata sinora valutata con attenzione sul piano poetico e drammaturgico. Questo contributo mira a tracciare un profilo complessivo sulle tecniche di scrittura impiegate da Bernardoni nei suoi drammi per musica, con particolare riguardo a quelli prodotti per le scene viennesi – "L’amore vuol somiglianza" (1702, musica di C. A. Badia); "Arminio" (1706, musica di A.M. Bononcini); "Meleagro" (1706, musica di M. Ziani); "Amor tra nemici" (1708, musica di A. Ariosti); "Tigrane, re d’Armenia" (1710, musica di A. M. Bononcini) –, che lasciano trapelare importanti nessi con le coeve drammaturgie francese e spagnola. Si presenterà inoltre una proposta di attribuzione a Bernardoni del dramma per musica "Le due Ifigenie", adespoto e frammentario, conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna.
Badolato, N. (2025). Pietro Antonio Bernardoni drammaturgo «mattissimo» e «poetissimo»: uno sguardo d’insieme e una nuova attribuzione. Wien : Böhlau.
Pietro Antonio Bernardoni drammaturgo «mattissimo» e «poetissimo»: uno sguardo d’insieme e una nuova attribuzione
Nicola Badolato
2025
Abstract
La figura e l’opera del vignolese Pietro Antonio Bernardoni (1672-1714) non sono state sinora oggetto d’indagine sistematica negli studi musicologici. Associatosi all’Accademia d’Arcadia nel 1791 col nome di “Cromiro Dianio”, ascritto tra gli accademici Accesi di Trento, i Gelati di Bologna, gli Scomposti di Fano e gli Animosi di Venezia, fu in stretto contatto con gli intellettuali più influenti dell’epoca sua, tra cui Ludovico Antonio Muratori, Pier Jacopo Martello, Carlo Maria Maggi, Giovan Gioseffo Orsi. Impostosi sulla scena letteraria come autore di rime, tragedie, oratori, serenate e drammi per musica, Bernardoni s’interessò sin dall’età giovanile al teatro francese, in particolare ai lavori di Corneille e Racine, di cui produsse anche apprezzate traduzioni. Dopo vari incarichi presso famiglie nobili dell’Italia settentrionale e come ambasciatore del duca di Savoia a Parigi, nel luglio 1701 succedette a Niccolò Minato nel ruolo di secondo poeta cesareo a Vienna, dapprima al servizio dell’imperatore Leopoldo I, insieme col poeta Donato Cupeda, e poi di Giuseppe I, con Silvio Stampiglia. Se le rime e le tragedie di Bernardoni, «impregnate d’essenze francesi», sono state lette come artificiosa emanazione degli ideali arcadici o tacciate di concettismo secentesco, la sua produzione librettistica non è stata sinora valutata con attenzione sul piano poetico e drammaturgico. Questo contributo mira a tracciare un profilo complessivo sulle tecniche di scrittura impiegate da Bernardoni nei suoi drammi per musica, con particolare riguardo a quelli prodotti per le scene viennesi – "L’amore vuol somiglianza" (1702, musica di C. A. Badia); "Arminio" (1706, musica di A.M. Bononcini); "Meleagro" (1706, musica di M. Ziani); "Amor tra nemici" (1708, musica di A. Ariosti); "Tigrane, re d’Armenia" (1710, musica di A. M. Bononcini) –, che lasciano trapelare importanti nessi con le coeve drammaturgie francese e spagnola. Si presenterà inoltre una proposta di attribuzione a Bernardoni del dramma per musica "Le due Ifigenie", adespoto e frammentario, conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna.File | Dimensione | Formato | |
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