I materiali da restauro devono resistere agli stress indotti dalle forze masticatorie. Oltre alla conoscenza delle loro proprietà meccaniche, occorre considerare molteplici fattori, quali la capacità di adesione, la facilità di manipolazione, il tempo necessario per la loro applicazione e la capacità di sigillo quando si seleziona il prodotto da usare per la ricostruzione di un elemento dentale devitalizzato. Amalgama, resine composite e vetro ionomeri modificati, alcuni dei quali rinforzati con polveri metalliche sono stati impiegati come materiali da restauro del moncone protesico. , Il confronto tra questi prodotti, tramite tests di laboratorio e osservazioni cliniche, è di capitale importanza per valutare il loro comportamento e la loro durata una volta sottoposti a stress meccanici e termici in sede orale. Negli ultimi decenni la ricerca sui materiali da ricostruzione diretta, in accordo con i principi di adesione, ha fondamentalmente seguito due filoni concentrandosi da un lato sullo sviluppo dei cementi vetroionomerici e dall’altra parte sulle resine composite, ottenendo in alcuni casi materiali ibridi quali compomeri e vetro-ionomeri modificati con resine composite, i quali presentano caratteristiche meccaniche intermedie tra i due materiali di origine. E’ utile rappresentare le resine composite e i vetroionomeri su di una scala in maniera diametralmente opposta nell’ampio spettro delle formulazioni dei materiali. I prodotti ibridi (compomeri e vetro-ionomeri modificati) possono essere collocati in posizione intermedia sfruttando i vantaggi che i due materiali posti agli estremi possiedono4 (Fig. 1). L’adesione che questi differenti materiali hanno con i tessuti dentali, anche se di differente entità e forza di legame, accomuna questi prodotti per un’aspetto fondamentale: il sigillo del restauro. Fig. 1 Materiali utilizzabili per la ricostruzione del moncone protesico (modificato da Peters & McLean ) ____________________________________________________________________ La capacità di sigillare ermeticamente l’interfaccia dente-restauro è una delle caratteristiche fondamentali per un materiale da ricostruzione. E’ stato dimostrato che molti insuccessi protesici classificati come fallimenti endodontici, sono la diretta conseguenza del passaggio di batteri attraverso il lume canalare. L’infiltrazione, che può verificarsi durante le fasi provvisorie protesiche o l’esposizione alla saliva durante le fasi di preparazione di un perno indiretto espongono la guttapercha ad un impatto batterico elevato che può tramutarsi successivamente in insuccesso endodontico. La possibilità di ricostruire un elemento dentale con un perno in fibra appena terminata la terapia canalare e adattare il restauro provvisorio nella stessa seduta, riduce la possibilità di infiltrazione batterica. Prima di esaminare singolarmente tutti i prodotti e le tecniche utilizzate per la realizzazione del moncone protesico, occorre tuttavia ricordare che esistono alcuni fattori critici comuni a tutti i materiali che possono pregiudicare la durata della ricostruzione, quali la vicinanza del margine protesico con la linea di finitura della ricostruzione post-endodontica e la incacapacità di sigillo del restauro protesico provvisorio e definitivo. I margini del restauro protesico devono coprire almeno 2-3 millimetri la struttura dentale e non devono mai terminare sul materiale utilizzato per la ricostruzione del moncone. Queste considerazioni sono valide anche per ricostruzioni effettuate con perni in fibra e ricostruzioni in composito. Infatti la presenza di almeno 2 mm di dentina coronale residua è correlabile con una percentuale di successo clinico piu’ elevata . (Ferrari et al., 2000). I restauri protesici provvisori e a maggior ragione quelli definitivi devono, tramite il cemento, sigillare ermeticamente il margine attraverso un perfetto adattamento per poter controllare l’assorbimento di acqua e la microinfiltrazione.
C. Monaco (2004). La ricostruzione coronale del dente trattato endodonticamente. MILANO : masson.
La ricostruzione coronale del dente trattato endodonticamente
MONACO, CARLO
2004
Abstract
I materiali da restauro devono resistere agli stress indotti dalle forze masticatorie. Oltre alla conoscenza delle loro proprietà meccaniche, occorre considerare molteplici fattori, quali la capacità di adesione, la facilità di manipolazione, il tempo necessario per la loro applicazione e la capacità di sigillo quando si seleziona il prodotto da usare per la ricostruzione di un elemento dentale devitalizzato. Amalgama, resine composite e vetro ionomeri modificati, alcuni dei quali rinforzati con polveri metalliche sono stati impiegati come materiali da restauro del moncone protesico. , Il confronto tra questi prodotti, tramite tests di laboratorio e osservazioni cliniche, è di capitale importanza per valutare il loro comportamento e la loro durata una volta sottoposti a stress meccanici e termici in sede orale. Negli ultimi decenni la ricerca sui materiali da ricostruzione diretta, in accordo con i principi di adesione, ha fondamentalmente seguito due filoni concentrandosi da un lato sullo sviluppo dei cementi vetroionomerici e dall’altra parte sulle resine composite, ottenendo in alcuni casi materiali ibridi quali compomeri e vetro-ionomeri modificati con resine composite, i quali presentano caratteristiche meccaniche intermedie tra i due materiali di origine. E’ utile rappresentare le resine composite e i vetroionomeri su di una scala in maniera diametralmente opposta nell’ampio spettro delle formulazioni dei materiali. I prodotti ibridi (compomeri e vetro-ionomeri modificati) possono essere collocati in posizione intermedia sfruttando i vantaggi che i due materiali posti agli estremi possiedono4 (Fig. 1). L’adesione che questi differenti materiali hanno con i tessuti dentali, anche se di differente entità e forza di legame, accomuna questi prodotti per un’aspetto fondamentale: il sigillo del restauro. Fig. 1 Materiali utilizzabili per la ricostruzione del moncone protesico (modificato da Peters & McLean ) ____________________________________________________________________ La capacità di sigillare ermeticamente l’interfaccia dente-restauro è una delle caratteristiche fondamentali per un materiale da ricostruzione. E’ stato dimostrato che molti insuccessi protesici classificati come fallimenti endodontici, sono la diretta conseguenza del passaggio di batteri attraverso il lume canalare. L’infiltrazione, che può verificarsi durante le fasi provvisorie protesiche o l’esposizione alla saliva durante le fasi di preparazione di un perno indiretto espongono la guttapercha ad un impatto batterico elevato che può tramutarsi successivamente in insuccesso endodontico. La possibilità di ricostruire un elemento dentale con un perno in fibra appena terminata la terapia canalare e adattare il restauro provvisorio nella stessa seduta, riduce la possibilità di infiltrazione batterica. Prima di esaminare singolarmente tutti i prodotti e le tecniche utilizzate per la realizzazione del moncone protesico, occorre tuttavia ricordare che esistono alcuni fattori critici comuni a tutti i materiali che possono pregiudicare la durata della ricostruzione, quali la vicinanza del margine protesico con la linea di finitura della ricostruzione post-endodontica e la incacapacità di sigillo del restauro protesico provvisorio e definitivo. I margini del restauro protesico devono coprire almeno 2-3 millimetri la struttura dentale e non devono mai terminare sul materiale utilizzato per la ricostruzione del moncone. Queste considerazioni sono valide anche per ricostruzioni effettuate con perni in fibra e ricostruzioni in composito. Infatti la presenza di almeno 2 mm di dentina coronale residua è correlabile con una percentuale di successo clinico piu’ elevata . (Ferrari et al., 2000). I restauri protesici provvisori e a maggior ragione quelli definitivi devono, tramite il cemento, sigillare ermeticamente il margine attraverso un perfetto adattamento per poter controllare l’assorbimento di acqua e la microinfiltrazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.