Se pensarsi all’interno della contrapposizione adulti e “nativi digitali” non contribuisce a costruire forme di alleanze e di nuove governance educative, quali nuovi ruoli possono avere oggi i servizi educativi di territorio per lo 0-6 (dai nidi e scuole dell’infanzia alle biblioteche, ludoteche e Centri per le Famiglie) nella costruzione di una cultura al digitale per i bambini e le bambine, in un’ottica di diritto alle new media literacy? Come possono essere una “bussola di orientamento” sull’educazione digitale anche in famiglia, laddove prevalgono modelli contraddittori, dall’utilizzo dei dispositivi come giocattoli shut-up o digital pacifier usati in qualsiasi luogo e momento per “tenere buona e ferma” l’infanzia, al proibizionismo più rigido in quanto catalizzatori di ogni paura ed effetto malefico su di essa? La prospettiva che si suggerisce è quella di una mediazione educativa che metta al centro l’infanzia con tutti i suoi diritti e i suoi cento e più linguaggi, liberandola sia da gabbie proibizioniste che da ingenui entusiasmi che cavalcano la moda del momento, per riconoscere rischi e saper cogliere opportunità e costruire approcci per cui strumenti tradizionali non siano antagonisti ai dispositivi digitali.
Nardone, R. (2024). I media digitali nello 0-6: progettazione educativa tra servizi e famiglie. Padova : Università di Padova [10.5281/zenodo.11634533].
I media digitali nello 0-6: progettazione educativa tra servizi e famiglie
Nardone R.
2024
Abstract
Se pensarsi all’interno della contrapposizione adulti e “nativi digitali” non contribuisce a costruire forme di alleanze e di nuove governance educative, quali nuovi ruoli possono avere oggi i servizi educativi di territorio per lo 0-6 (dai nidi e scuole dell’infanzia alle biblioteche, ludoteche e Centri per le Famiglie) nella costruzione di una cultura al digitale per i bambini e le bambine, in un’ottica di diritto alle new media literacy? Come possono essere una “bussola di orientamento” sull’educazione digitale anche in famiglia, laddove prevalgono modelli contraddittori, dall’utilizzo dei dispositivi come giocattoli shut-up o digital pacifier usati in qualsiasi luogo e momento per “tenere buona e ferma” l’infanzia, al proibizionismo più rigido in quanto catalizzatori di ogni paura ed effetto malefico su di essa? La prospettiva che si suggerisce è quella di una mediazione educativa che metta al centro l’infanzia con tutti i suoi diritti e i suoi cento e più linguaggi, liberandola sia da gabbie proibizioniste che da ingenui entusiasmi che cavalcano la moda del momento, per riconoscere rischi e saper cogliere opportunità e costruire approcci per cui strumenti tradizionali non siano antagonisti ai dispositivi digitali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


