Vasari e la xilografia: un silenzio eloquente

La Vita di Marcantonio bolognese e di altri intagliatori, inserita nell’edizione giuntina delle Vite del 1568, fa di Vasari il primo a tentare di trattare una storia della stampa figurativa. Nella sua ricostruzione, tuttavia, vi è un grande assente: la xilografia. Il presente lavoro intende indagare le cause di questa esclusione e del rapporto conflittuale di Vasari con la xilografia, a partire dall’analisi dei passi più significativi a riguardo nelle Vite, tanto nell’edizione del ’50 quanto in quella del ’68. È possibile così ricostruire i presupposti teorici e pratici per l’esclusione della xilografia dal sistema artistico vasariano. Dall’anonimato delle prime stampe e il problema dell’autorialità e dell’autografia, dall’impossibilità di stabilire il primato italiano per l’invenzione tecnica al fenomeno della lunga durata, diversi aspetti confliggono con la visione teorica dietro alle Vite, specialmente in rapporto a concetti cari a Vasari come il progresso o l’idea del disegno come padre delle arti.