Le bugarštice (bugaršćice) sono canti epici a verso lungo (prevalentemente di 15-16 sillabe, con cesura dopo la settima-ottava sillaba) diffusi nella cultura popolare croata e serba dei secoli XV-XVIII. L’etimologia del nome è dibattuta: secondo alcuni (V. Jagić), esso deriverebbe dall’etnonimo ‘bulgaro’ (serbocr. bugar, bugarin), mentre altri (Đ. Daničić) riconducono il nome al verbo bugariti ‘cantare nenie, cantare con tristezza’, che a sua volta sarebbe derivato dal latino medievale bucculare ‘gridare, piangere’. È comunque diffusa l’opinione che le bugarštice tramandino canti e leggende della tradizione orale preesistente, rivelandosi perciò assai importanti per lo studio del folklore slavo-meridionale. La maggior parte delle bugarštice è stata trascritta sulla costa dalmata, tra l’Istria e le Bocche di Cattaro; molti studiosi, tuttavia, ritengono che le loro origini vadano cercate nelle regioni interne, tenendo conto anche delle numerose varianti dialettali kajkave che compaiono nelle trascrizioni pervenuteci. La copia più antica di una bugarštica fu realizzata nel 1497 dal poeta italiano Rogeri de Piacenza di Nardò, a Gioia del Colle presso Bari, dove un gruppo di slavi si esibì in onore della regina di Napoli, Isabella del Balzo. I canti trascritti verso la metà del XVI secolo sull’isola di Hvar da Petar Hektorović restano insuperati per il loro valore estetico-letterario. Bibliografia: The Bugarštica: A Bilingual Anthology of the Earliest Extant South Slavic Folk Narrative Song, a cura di J.P. Miletich, Champaign (IL) 1990. J. Kekez, Bugaršćice: A Unique Type of Archaic Oral Poetry, “Oral Tradition”, VI, 1991, 2-3, pp. 200-224.
Alberti, A. (2023). Bugarštice. Łódz : Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego [10.18778/8331-225-5].
Bugarštice
Alberto alberti
2023
Abstract
Le bugarštice (bugaršćice) sono canti epici a verso lungo (prevalentemente di 15-16 sillabe, con cesura dopo la settima-ottava sillaba) diffusi nella cultura popolare croata e serba dei secoli XV-XVIII. L’etimologia del nome è dibattuta: secondo alcuni (V. Jagić), esso deriverebbe dall’etnonimo ‘bulgaro’ (serbocr. bugar, bugarin), mentre altri (Đ. Daničić) riconducono il nome al verbo bugariti ‘cantare nenie, cantare con tristezza’, che a sua volta sarebbe derivato dal latino medievale bucculare ‘gridare, piangere’. È comunque diffusa l’opinione che le bugarštice tramandino canti e leggende della tradizione orale preesistente, rivelandosi perciò assai importanti per lo studio del folklore slavo-meridionale. La maggior parte delle bugarštice è stata trascritta sulla costa dalmata, tra l’Istria e le Bocche di Cattaro; molti studiosi, tuttavia, ritengono che le loro origini vadano cercate nelle regioni interne, tenendo conto anche delle numerose varianti dialettali kajkave che compaiono nelle trascrizioni pervenuteci. La copia più antica di una bugarštica fu realizzata nel 1497 dal poeta italiano Rogeri de Piacenza di Nardò, a Gioia del Colle presso Bari, dove un gruppo di slavi si esibì in onore della regina di Napoli, Isabella del Balzo. I canti trascritti verso la metà del XVI secolo sull’isola di Hvar da Petar Hektorović restano insuperati per il loro valore estetico-letterario. Bibliografia: The Bugarštica: A Bilingual Anthology of the Earliest Extant South Slavic Folk Narrative Song, a cura di J.P. Miletich, Champaign (IL) 1990. J. Kekez, Bugaršćice: A Unique Type of Archaic Oral Poetry, “Oral Tradition”, VI, 1991, 2-3, pp. 200-224.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


