La dissoluzione del serbo-croato, seguita alla disintegrazione dello stato jugoslavo e alle sanguinose guerre degli anni 1991-1995, ha portato al riconoscimento di nuove lingue nazionali, ovvero serbo, croato e bosniaco. Con l’indipendenza del Montenegro dalla Serbia (2006), anche il montenegrino rivendica lo status di lingua ufficiale. Come già il serbo-croato, anche le lingue sorte dalla sua dissoluzione riposano sulla variante štokava (dal pronome što ‘che cosa’), anche se in croato talvolta compaiono riflessi delle varianti čakava e kajkava, mentre appare rilevante la distinzione fra jekavi e ikavi (croati) e ekavi (serbi), riguardo alla pronuncia dell’antica ě (v. infra). Prima ancora era stata la Costituzione federale jugoslava, nel momento in cui era stata proclamata la Repubblica di Macedonia (1946), a sancire ufficialmente l’esistenza del macedone: le parlate dell’area furono definitivamente separate dal bulgaro (ma anche dal serbo), segnando la nascita della nuova lingua, di cui si discute ancora sul nome. Fra le lingue slave dell’ex-Jugoslavia solo lo sloveno si è posto in continuità con il periodo precedente il conflitto mondiale. Bibliografia: M. Garzaniti, Le lingue dai Balcani all’Asia centrale, in XXI secolo. Comunicare e rappresentare, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2009, pp.319-314.
Alberti, A. (2023). Języki byłej Jugosławii. Łódz : Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego [10.18778/8331-225-5].
Języki byłej Jugosławii
ALBERTO ALBERTI
2023
Abstract
La dissoluzione del serbo-croato, seguita alla disintegrazione dello stato jugoslavo e alle sanguinose guerre degli anni 1991-1995, ha portato al riconoscimento di nuove lingue nazionali, ovvero serbo, croato e bosniaco. Con l’indipendenza del Montenegro dalla Serbia (2006), anche il montenegrino rivendica lo status di lingua ufficiale. Come già il serbo-croato, anche le lingue sorte dalla sua dissoluzione riposano sulla variante štokava (dal pronome što ‘che cosa’), anche se in croato talvolta compaiono riflessi delle varianti čakava e kajkava, mentre appare rilevante la distinzione fra jekavi e ikavi (croati) e ekavi (serbi), riguardo alla pronuncia dell’antica ě (v. infra). Prima ancora era stata la Costituzione federale jugoslava, nel momento in cui era stata proclamata la Repubblica di Macedonia (1946), a sancire ufficialmente l’esistenza del macedone: le parlate dell’area furono definitivamente separate dal bulgaro (ma anche dal serbo), segnando la nascita della nuova lingua, di cui si discute ancora sul nome. Fra le lingue slave dell’ex-Jugoslavia solo lo sloveno si è posto in continuità con il periodo precedente il conflitto mondiale. Bibliografia: M. Garzaniti, Le lingue dai Balcani all’Asia centrale, in XXI secolo. Comunicare e rappresentare, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2009, pp.319-314.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


