La condizione di povertà è spesso associata nel discorso pubblico e nel dibattito scientifico a un minor livello di coinvolgimento nella politica, che si manifesta in particolar modo nella sfera istituzionale nella forma dell’astensionismo diffuso. Eppure, soprattutto al di fuori dell’ambito della partecipazione politica convenzionale, la storia è costellata di momenti in cui, parafrasando un celebre lavoro di Piven e Cloward, i poveri si ribellano superando la vergogna generata da una cultura che li incolpa della loro condizione, rompendo i vincoli di conformità e subordinazione imposti loro dalla società. Muovendo da questo presupposto, il capitolo indaga i modi e le forme in cui – nonostante gli ostacoli – soggettività politiche esplicitamente conno-tate da una condizione di deprivazione materiale si sono costituite e hanno preso parola nello spazio pubblico. Nel capitolo vengono evidenziati, in prima battuta, gli ostacoli alla partecipa-zione, che spaziano da una condizione di marginalità e esclusione alla “trappola” di identità politicamente poco spendibili, sino ai processi di disciplinamento, paternalismo e controllo sociale. Una volta definito il sistema di vincoli, l’osservazione si sposta sulle stagioni di protagonismo politico dei poveri con particolare attenzione alle lotte per l’accesso ai beni fondamentali e a quelle per il welfare e la garanzia dei diritti
Tuorto, D., Busso, S. (2025). Dai food riots alle lotte per il welfare : ipoveri come attori politici. Milano : McGraw-Hill Education (Italy).
Dai food riots alle lotte per il welfare : ipoveri come attori politici
Dario Tuorto;Sandro Busso
2025
Abstract
La condizione di povertà è spesso associata nel discorso pubblico e nel dibattito scientifico a un minor livello di coinvolgimento nella politica, che si manifesta in particolar modo nella sfera istituzionale nella forma dell’astensionismo diffuso. Eppure, soprattutto al di fuori dell’ambito della partecipazione politica convenzionale, la storia è costellata di momenti in cui, parafrasando un celebre lavoro di Piven e Cloward, i poveri si ribellano superando la vergogna generata da una cultura che li incolpa della loro condizione, rompendo i vincoli di conformità e subordinazione imposti loro dalla società. Muovendo da questo presupposto, il capitolo indaga i modi e le forme in cui – nonostante gli ostacoli – soggettività politiche esplicitamente conno-tate da una condizione di deprivazione materiale si sono costituite e hanno preso parola nello spazio pubblico. Nel capitolo vengono evidenziati, in prima battuta, gli ostacoli alla partecipa-zione, che spaziano da una condizione di marginalità e esclusione alla “trappola” di identità politicamente poco spendibili, sino ai processi di disciplinamento, paternalismo e controllo sociale. Una volta definito il sistema di vincoli, l’osservazione si sposta sulle stagioni di protagonismo politico dei poveri con particolare attenzione alle lotte per l’accesso ai beni fondamentali e a quelle per il welfare e la garanzia dei dirittiFile | Dimensione | Formato | |
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