Esiste in letteratura un sostanziale accordo sul rapporto di continuità tra babbling e linguaggio adulto e sul fatto che molte delle caratteristiche fonetiche del babbling e delle prime parole abbiano carattere universale. L’emergere dell’influenza linguo-specifica resta invece un aspetto ancora aperto alla verifica sperimentale. Il presente lavoro intende indagare tempi e modalità dello sviluppo dell’influenza linguo-specifica entro un arco temporale che va dai 6 ai 18 mesi di vita, cioè dall’emergere nel bambino delle prime produzioni di babbling fino al raggiungimento di un vocabolario di circa 50 parole. Lo studio consiste in un’analisi segmentale delle produzioni di due soggetti audio-registrati e trascritti a intervalli regolari di 2 mesi. I risultati sono stati analizzati per stadi di età cronologica, in particolare a 6, 8, 10, 12, 14, 16 e 18 mesi. Su tutte le produzioni, preliminarmente distinte in produzioni classificabili come babbling, e in produzioni classificabili come ‘parole’ (cfr. Vihman & McCune, 1994), sono state effettuate analisi statistiche di tipo descrittivo e inferenziale, allo scopo di rendere conto della frequenza di: tipi sillabici, classi fonologiche di modo e luogo per le consonanti; classi fonologiche di luogo e altezza per le vocali. I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti sul babbling da Boysson-Bardies et alii (1992) e da Vihman (1996), e sulle produzioni di 5 bambini italiani tra i 10 e 18 mesi di vita da Zmarich (2008). Inoltre, è stato effettuato un confronto con l’italiano adulto; in particolare, per quanto riguarda i tipi sillabici, il confronto è avvenuto con i dati riportati in Mancini & Voghera (1994) e, per quanto riguarda l’analisi segmentale, con i risultati di Bortolini et alii (1978). Una possibile influenza delle strutture fonetiche dell’italiano sulle produzioni dei due bambini, si può riscontrare nella prevalenza di vocali medio-alte (per solo uno dei soggetti) e nell’aumento progressivo delle vocali posteriori e delle consonanti velari per entrambi i soggetti.
S. Giiulivi, M. Vayra, C. Zmarich (2010). Dal babbling alla lingua materna. Tendenze universali e aspetti linguo-specifici nello sviluppo fonetico di due bambini italiani. RIMINI : EDK Editore.
Dal babbling alla lingua materna. Tendenze universali e aspetti linguo-specifici nello sviluppo fonetico di due bambini italiani
VAYRA, MARIO;
2010
Abstract
Esiste in letteratura un sostanziale accordo sul rapporto di continuità tra babbling e linguaggio adulto e sul fatto che molte delle caratteristiche fonetiche del babbling e delle prime parole abbiano carattere universale. L’emergere dell’influenza linguo-specifica resta invece un aspetto ancora aperto alla verifica sperimentale. Il presente lavoro intende indagare tempi e modalità dello sviluppo dell’influenza linguo-specifica entro un arco temporale che va dai 6 ai 18 mesi di vita, cioè dall’emergere nel bambino delle prime produzioni di babbling fino al raggiungimento di un vocabolario di circa 50 parole. Lo studio consiste in un’analisi segmentale delle produzioni di due soggetti audio-registrati e trascritti a intervalli regolari di 2 mesi. I risultati sono stati analizzati per stadi di età cronologica, in particolare a 6, 8, 10, 12, 14, 16 e 18 mesi. Su tutte le produzioni, preliminarmente distinte in produzioni classificabili come babbling, e in produzioni classificabili come ‘parole’ (cfr. Vihman & McCune, 1994), sono state effettuate analisi statistiche di tipo descrittivo e inferenziale, allo scopo di rendere conto della frequenza di: tipi sillabici, classi fonologiche di modo e luogo per le consonanti; classi fonologiche di luogo e altezza per le vocali. I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti sul babbling da Boysson-Bardies et alii (1992) e da Vihman (1996), e sulle produzioni di 5 bambini italiani tra i 10 e 18 mesi di vita da Zmarich (2008). Inoltre, è stato effettuato un confronto con l’italiano adulto; in particolare, per quanto riguarda i tipi sillabici, il confronto è avvenuto con i dati riportati in Mancini & Voghera (1994) e, per quanto riguarda l’analisi segmentale, con i risultati di Bortolini et alii (1978). Una possibile influenza delle strutture fonetiche dell’italiano sulle produzioni dei due bambini, si può riscontrare nella prevalenza di vocali medio-alte (per solo uno dei soggetti) e nell’aumento progressivo delle vocali posteriori e delle consonanti velari per entrambi i soggetti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.