La rovina ha rappresentato e continua a rappresentare uno degli argomenti di maggior interesse nel dibattito contemporaneo interno e limitrofo al restauro dell'architettura. La rovina rappresenta il limite estremo dell'architettura, il punto oltre il quale l'architettura perde la sua connotazione di creazione artificiale per tornare ad essere elemento non connotato dall'azione umana. In tale dibattito un ruolo rilevante è stato quello svolto da John Ruskin. Tale ruolo è stato oggetto di sistematici tentativi di sviamento da parte di una parte consistente dei teorici che si sono occupati del pensiero del Maestro di Brantwood. Ruskin è stato interessatamente dipinto come il Maestro del Rovinismo, il fautore della riduzione allo stato di rovina dell'architettura, vista come suo unico possibile destino. L'atteggiamento dell'autore inglese, viceversa, pare vedere la rovina come una eventualità da scongiurare adottando tutti i provvedimenti possibili; ovviamente a condizione di non modificare, falsificare, adulterare l'architettura oggetto di intervento. Lo scritto, attraverso l'analisi di passaggi più o meno noti dell'opera del Nostro vuole confutare le interessate attribuzioni di rovinismo rivolte a Ruskin dimostrando viceversa il significato negativo attribuito da quest'ultimo al termine "rovina" e la sua volontà di evitare, per quanto possibile, tale destino.
M. Pretelli (2010). La rovina di John Ruskin. FIRENZE : Alinea.
La rovina di John Ruskin
PRETELLI, MARCO
2010
Abstract
La rovina ha rappresentato e continua a rappresentare uno degli argomenti di maggior interesse nel dibattito contemporaneo interno e limitrofo al restauro dell'architettura. La rovina rappresenta il limite estremo dell'architettura, il punto oltre il quale l'architettura perde la sua connotazione di creazione artificiale per tornare ad essere elemento non connotato dall'azione umana. In tale dibattito un ruolo rilevante è stato quello svolto da John Ruskin. Tale ruolo è stato oggetto di sistematici tentativi di sviamento da parte di una parte consistente dei teorici che si sono occupati del pensiero del Maestro di Brantwood. Ruskin è stato interessatamente dipinto come il Maestro del Rovinismo, il fautore della riduzione allo stato di rovina dell'architettura, vista come suo unico possibile destino. L'atteggiamento dell'autore inglese, viceversa, pare vedere la rovina come una eventualità da scongiurare adottando tutti i provvedimenti possibili; ovviamente a condizione di non modificare, falsificare, adulterare l'architettura oggetto di intervento. Lo scritto, attraverso l'analisi di passaggi più o meno noti dell'opera del Nostro vuole confutare le interessate attribuzioni di rovinismo rivolte a Ruskin dimostrando viceversa il significato negativo attribuito da quest'ultimo al termine "rovina" e la sua volontà di evitare, per quanto possibile, tale destino.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.