L’Orientalismo italiano tra colonialismo e cultura, tra anti-fascismo e asservimento al regime.

L’orientalismo è un concetto apocrifo, un termine geografico che acquisisce un’accezione culturale; l’orientalismo è un’astrazione eurocentrica, mai nessun arabo, giapponese o cinese avrebbe pensato di definirsi orientale in quanto abitante dell’Oriente o di un Oriente, così come nessun italiano, francese o spagnolo, prima dell‘800, si sarebbe identificato con il termine di occidentale. L’orientalismo risveglia un’immagine coloniale che è stata identificata da E. Said1 nel suo celebre saggio, Orientalismo, come: “L’immagine europea dell’Oriente”. Questa parola acquisisce un preciso significato in stretta relazione con la politica europea di espansione coloniale. Con Orientalismo/Orientalisti sono stati identificati sia coloro che partendo da uno studio linguistico, storico e letterario hanno approfondito e indagato la letteratura, la cultura e la storia di una geografia “orientale”: dal Maghreb al Giappone, sia coloro che per ragioni lavorative – coloniali hanno risieduto per anni nelle medesime aree tra XIX e XX secolo, sia, infine, quei “viaggiatori” che hanno pianificato esplorazioni in regioni che l’Europa ha circoscritto con il termine di Oriente.