“Città delle Acque”. Questo è l’appellativo comunemente usato per Castellammare di Stabia, città in provincia di Napoli. Posizionata a sud del golfo di Napoli, parte a sua volta di un golfo, Castellammare fa da spartiacque tra le città più densamente popolate d’Italia (Portici e Torre del Greco) e la penisola sorrentina, a vocazione turistica e dal carattere più rurale. È denominata “Città delle Acque” poiché ospita 28 sorgenti note per le loro proprietà curative sin da prima della completa distruzione della città avvenuta ad opera del Vesuvio nel 79 d.C. A ben vedere, però, la città potrebbe meritarsi questo appellativo anche perché ospita la foce del fiume Sarno. Tuttavia, il Sarno è un fiume dimenticato e da dimenticare, e i suoi argini sono un’area di scarto e marginalità. Le prossime pagine proveranno a descrivere le vicende che hanno portato il Sarno ad essere un fiume rinnegato, evidenziando il complesso intreccio di responsabilità che scorre da monte a valle del fiume. Si cercherà anche di raccontare alcune delle istanze portate avanti dalla società civile impegnata a recuperare la cultura e la dignità storica del fiume e del suo territorio. Lungi dal volere essere una spiegazione esaustiva del “caso Sarno”, questa ricerca mira piuttosto a riscoprire e a dare legittimità a un fiume che ha dato tanto e ricevuto poco dalla sua terra.
Pellegrini, E. (2024). Il fiume Sarno, la sua foce: un difficile intreccio di responsabilità. Padova : Università degli Studi di Padova.
Il fiume Sarno, la sua foce: un difficile intreccio di responsabilità
Pellegrini Emilia
2024
Abstract
“Città delle Acque”. Questo è l’appellativo comunemente usato per Castellammare di Stabia, città in provincia di Napoli. Posizionata a sud del golfo di Napoli, parte a sua volta di un golfo, Castellammare fa da spartiacque tra le città più densamente popolate d’Italia (Portici e Torre del Greco) e la penisola sorrentina, a vocazione turistica e dal carattere più rurale. È denominata “Città delle Acque” poiché ospita 28 sorgenti note per le loro proprietà curative sin da prima della completa distruzione della città avvenuta ad opera del Vesuvio nel 79 d.C. A ben vedere, però, la città potrebbe meritarsi questo appellativo anche perché ospita la foce del fiume Sarno. Tuttavia, il Sarno è un fiume dimenticato e da dimenticare, e i suoi argini sono un’area di scarto e marginalità. Le prossime pagine proveranno a descrivere le vicende che hanno portato il Sarno ad essere un fiume rinnegato, evidenziando il complesso intreccio di responsabilità che scorre da monte a valle del fiume. Si cercherà anche di raccontare alcune delle istanze portate avanti dalla società civile impegnata a recuperare la cultura e la dignità storica del fiume e del suo territorio. Lungi dal volere essere una spiegazione esaustiva del “caso Sarno”, questa ricerca mira piuttosto a riscoprire e a dare legittimità a un fiume che ha dato tanto e ricevuto poco dalla sua terra.| File | Dimensione | Formato | |
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