Tra le composizioni poetiche minori di Machiavelli, il Canto degli Spirti beati è forse quella il cui vero senso tende maggiormente a sfuggire agli interpreti. Avvalendosi delle novità concernenti la vita professionale dello stesso Machiavelli emerse di recente, questo articolo avanza nuove ipotesi riguardanti sia quelle che si configurano come le reali finalità di carattere politico-encomiastico del canto, sia la sua datazione. Il confronto con i testi delle opere maggiori dello stesso autore, e nella fattispecie di un capitolo delle sue Istorie fiorentine, consente, in particolare, di inserire questa composizione nel quadro di un rapporto privilegiato avuto dal quondam Segretario con il cardinale Giulio de’ Medici: rapporto che si riconnette alla linea di politica estera da questi suggerita al cugino pontefice Leone X a partire dal 1516 e che, in particolare, si sviluppò prima nel contesto della lotta alla pirateria barbaresca nel Mediterraneo e poi al contrasto dell’avanzata ottomana in Europa. Forme di arte visuale coeve promosse alla corte papale, e nella fattispecie l’affresco della Battaglia di Ostia delle Stanze Vaticane, simboleggiano questa politica, che ebbe un momento centrale nelle iniziative promosse proprio da Giulio a difesa dell’isola di Rodi tra il 1520 e il ’22, finanche dopo l’elezione di Adriano VI.
Guidi, A. (2025). Il canto degli Spirti beati: Machiavelli, i papi Medici e il pericolo turco. Roma : Viella.
Il canto degli Spirti beati: Machiavelli, i papi Medici e il pericolo turco
Andrea Guidi
2025
Abstract
Tra le composizioni poetiche minori di Machiavelli, il Canto degli Spirti beati è forse quella il cui vero senso tende maggiormente a sfuggire agli interpreti. Avvalendosi delle novità concernenti la vita professionale dello stesso Machiavelli emerse di recente, questo articolo avanza nuove ipotesi riguardanti sia quelle che si configurano come le reali finalità di carattere politico-encomiastico del canto, sia la sua datazione. Il confronto con i testi delle opere maggiori dello stesso autore, e nella fattispecie di un capitolo delle sue Istorie fiorentine, consente, in particolare, di inserire questa composizione nel quadro di un rapporto privilegiato avuto dal quondam Segretario con il cardinale Giulio de’ Medici: rapporto che si riconnette alla linea di politica estera da questi suggerita al cugino pontefice Leone X a partire dal 1516 e che, in particolare, si sviluppò prima nel contesto della lotta alla pirateria barbaresca nel Mediterraneo e poi al contrasto dell’avanzata ottomana in Europa. Forme di arte visuale coeve promosse alla corte papale, e nella fattispecie l’affresco della Battaglia di Ostia delle Stanze Vaticane, simboleggiano questa politica, che ebbe un momento centrale nelle iniziative promosse proprio da Giulio a difesa dell’isola di Rodi tra il 1520 e il ’22, finanche dopo l’elezione di Adriano VI.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


