Questo articolo intende mostrare quali lingue hanno scelto i manifestanti della ṯawrat tišrīn (Rivoluzione di ottobre, da qui ṯawra) del 2019 in Libano per esprimere il proprio dissenso e le proprie richieste e come le scelte linguistiche sono collegate anche alle loro istanze identitarie. Nello specifico, vengono analizzati l’uso e lo status dell’arabo, nelle sue varietà standard e dialettale, del francese e dell’inglese, le altre due lingue maggiormente diffuse nel paese. Da un punto identitario la ṯawra è stato un evento molto importante in Libano, paese attraversato da storiche tensioni intereligiose. Dopo una panoramica riguardante la situazione di plurilinguismo in Libano, strettamente connesso anche alla questione confessionale (Diab 2000; Brizi 2013; et al), viene presentato il quadro teorico, alla cui base vi è il concetto di lingua come marca identitaria (Suleiman 2013) e l’idea di protesta come atto sociale e linguistico bottom-up (Kasanga 2014; Shiri 2015; et al.). Lo studio si basa sull’analisi descrittiva di un corpus di cartelli e graffiti da me fotografati a Beirut durante i primi tre mesi di proteste e mostra che l’arabo ha riguadagnato spazio nella sfera pubblica libanese, come ha rivelato anche una ricerca di Iriarte Diez (2021). In più, il contributo mette in luce la centralità della varietà libanese come marca identitaria ben precisa dei manifestanti, riflettendo anche sull’uso intertestuale dell’inglese e sulla quasi totale esclusione del francese nel panorama linguistico di queste proteste.

Aiello, G. (2023). Plurilinguismo e Rivoluzione in Libano: lingue e identità nella ṯawrat tišrīn. Trento : Collana Labirinti n. 196, Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Trento [10.15168/11572_397990].

Plurilinguismo e Rivoluzione in Libano: lingue e identità nella ṯawrat tišrīn

Giulia Aiello
2023

Abstract

Questo articolo intende mostrare quali lingue hanno scelto i manifestanti della ṯawrat tišrīn (Rivoluzione di ottobre, da qui ṯawra) del 2019 in Libano per esprimere il proprio dissenso e le proprie richieste e come le scelte linguistiche sono collegate anche alle loro istanze identitarie. Nello specifico, vengono analizzati l’uso e lo status dell’arabo, nelle sue varietà standard e dialettale, del francese e dell’inglese, le altre due lingue maggiormente diffuse nel paese. Da un punto identitario la ṯawra è stato un evento molto importante in Libano, paese attraversato da storiche tensioni intereligiose. Dopo una panoramica riguardante la situazione di plurilinguismo in Libano, strettamente connesso anche alla questione confessionale (Diab 2000; Brizi 2013; et al), viene presentato il quadro teorico, alla cui base vi è il concetto di lingua come marca identitaria (Suleiman 2013) e l’idea di protesta come atto sociale e linguistico bottom-up (Kasanga 2014; Shiri 2015; et al.). Lo studio si basa sull’analisi descrittiva di un corpus di cartelli e graffiti da me fotografati a Beirut durante i primi tre mesi di proteste e mostra che l’arabo ha riguadagnato spazio nella sfera pubblica libanese, come ha rivelato anche una ricerca di Iriarte Diez (2021). In più, il contributo mette in luce la centralità della varietà libanese come marca identitaria ben precisa dei manifestanti, riflettendo anche sull’uso intertestuale dell’inglese e sulla quasi totale esclusione del francese nel panorama linguistico di queste proteste.
2023
Dialoghi sull'identità
77
101
Aiello, G. (2023). Plurilinguismo e Rivoluzione in Libano: lingue e identità nella ṯawrat tišrīn. Trento : Collana Labirinti n. 196, Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Trento [10.15168/11572_397990].
Aiello, Giulia
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