Il presente contributo propone un’analisi delle convergenze tra pensiero cyberfemminista e crescente astrazione nella costruzione dello spazio virtuale negli anni Novanta. Nelle pratiche artistiche, quest’ultimo è infatti divenuto la sede in cui sondare i confini identitari, creare rete, piegare il gender gap nell’ambito della tecnologia informatica. In tale solco si inserisce la prospettiva di indagine sul lavoro di Flavia Alman e Sabine Reiff, protagoniste di una stagione pionieristica per la creazione di immagini digitali e installazioni interattive. Nonostante le numerose segnalazioni relative al loro lavoro, un’analisi puntuale delle loro opere e della loro poetica, invocata da Sandra Lischi in un saggio del 2018, risulta allo stato attuale ancora assente. Prendendo parte a Correnti Magnetiche, gruppo fondato nel 1985 da Mario Canali, e poi portando avanti una collaborazione a due sotto il nome di Pigreca, Alman e Reiff hanno affrontato l’ambiguità della nozione di identità e delle relazioni, utilizzando, tra l’altro, animazione 3D e software interattivi appositamente concepiti. Il loro lavoro si è sviluppato tra ricerca artistica, industrie creative e comunicazione per l’educazione, attraversando vari media: dal video all’installazione interattiva e ai programmi di computer grafica; come con Correnti Magnetiche, nelle loro opere è stata dedicata grande attenzione all’elemento sonoro. Questo intervento affronta la progressiva astrazione che caratterizza la loro ricerca, insieme a una esplorazione identitaria dall’attitudine ludica, giunta a un approccio “concreto” e alla creazione di mondi virtuali, “per interagire con la realtà, arricchirla, visualizzare cose realmente invisibili o reinventarle”, come dichiarato dalle Pigreca nel 1996.
Molho, S. (2023). Sulle molteplicità dei sé: Flavia Alman e Sabine Reiff. Milano : Electa.
Sulle molteplicità dei sé: Flavia Alman e Sabine Reiff
Sara Molho
2023
Abstract
Il presente contributo propone un’analisi delle convergenze tra pensiero cyberfemminista e crescente astrazione nella costruzione dello spazio virtuale negli anni Novanta. Nelle pratiche artistiche, quest’ultimo è infatti divenuto la sede in cui sondare i confini identitari, creare rete, piegare il gender gap nell’ambito della tecnologia informatica. In tale solco si inserisce la prospettiva di indagine sul lavoro di Flavia Alman e Sabine Reiff, protagoniste di una stagione pionieristica per la creazione di immagini digitali e installazioni interattive. Nonostante le numerose segnalazioni relative al loro lavoro, un’analisi puntuale delle loro opere e della loro poetica, invocata da Sandra Lischi in un saggio del 2018, risulta allo stato attuale ancora assente. Prendendo parte a Correnti Magnetiche, gruppo fondato nel 1985 da Mario Canali, e poi portando avanti una collaborazione a due sotto il nome di Pigreca, Alman e Reiff hanno affrontato l’ambiguità della nozione di identità e delle relazioni, utilizzando, tra l’altro, animazione 3D e software interattivi appositamente concepiti. Il loro lavoro si è sviluppato tra ricerca artistica, industrie creative e comunicazione per l’educazione, attraversando vari media: dal video all’installazione interattiva e ai programmi di computer grafica; come con Correnti Magnetiche, nelle loro opere è stata dedicata grande attenzione all’elemento sonoro. Questo intervento affronta la progressiva astrazione che caratterizza la loro ricerca, insieme a una esplorazione identitaria dall’attitudine ludica, giunta a un approccio “concreto” e alla creazione di mondi virtuali, “per interagire con la realtà, arricchirla, visualizzare cose realmente invisibili o reinventarle”, come dichiarato dalle Pigreca nel 1996.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


