I progetti di housing di Charles Correa, Balkrishna Doshi e Raj Rewal confermano la ricerca di un abitare democratico e rappresentano una riflessione speciale sugli aspetti sociali ritenuti imprescindibili per lo studio dell’architettura indiana. Le loro opere, fondate su basi comuni, trovano una ragione precisa nel periodo di formazione degli autori e nelle esperienze vissute all’estero. Ma, l’evidente interesse per la conoscenza della scena culturale internazionale si lega, indubbiamente, a ragioni di carattere storico e, più precisamente, alla trasformazione dell’India in repubblica democratica (1947). Eredi di una corrente modernista annunciata in India dalle opere di Le Corbusier, Correa, Doshi e Rewal perseguono un’identità architettonica nazionale in grado di conciliare dimensione culturale indigena e nuovi modelli d’importazione, ma i contatti con l’Europa e con gli Stati Uniti, consolidatisi negli anni attraverso le esperienze di Le Corbusier e Louis Kahn, hanno di fatto allargato il campo delle possibilità offrendo loro potenzialità inedite e ancora da esplorare. All’indomani dell’indipendenza, in India i processi di industrializzazione incrementali rafforzavano gli scambi internazionali e la crescente economia interna richiamava la popolazione dalle campagne verso i grandi centri urbani. A seguito della pianificazione di moderni insediamenti industriali sorse un numero consistente di townships, con lo scopo di garantire una sistemazione adeguata ai nuovi abitanti che cercavano, nelle grandi città e nelle nascenti aree produttive, prospettive di vita migliori. A seguito di scelte politiche coordinate, protrattesi fino agli anni Ottanta del secolo scorso, per qualche decennio si è assistito allora alla realizzazione di importanti insediamenti di housing, pubblici e privati, sostenuti, prevalentemente, da investimenti statali. L’impegno di Correa, Doshi e Rewal in alcuni di questi interventi conferma un evidente interesse per il progetto dell’abitare considerato come un tema centrale per stabilire una linea di continuità tra tradizione architettonica indiana e influenze esterne. L’interpretazione della tradizione ha costituito per questi autori un presupposto essenziale per sviluppare progetti, in particolare nel campo dell’housing, non solo destinati a soddisfare aspetti tecnici e funzionali ma legati anche alla costante ricerca di un’armonia con il luogo e le culture locali. Se la Chandigarh di Le Corbusier identificava l’immagine di una nuova India, rappresentando un riferimento universale indiscutibile per architetti di diverse generazioni, i principi fondativi della città storica e i caratteri derivanti dall’architettura vernacolare guidano, nei differenti contesti, le ragioni del progetto dei tre architetti indiani. Le città tradizionali, così come la morfologia e le tipologie dei villaggi rurali vengono quindi assunti come testi, come fonti preziose utili all’elaborazione del progetto contemporaneo.

Rossl, S. (2024). Laboratorio de la India. Experimentos Sobre la Vivienda. Guadalajara : Arquitonica editorial.

Laboratorio de la India. Experimentos Sobre la Vivienda

S. Rossl
2024

Abstract

I progetti di housing di Charles Correa, Balkrishna Doshi e Raj Rewal confermano la ricerca di un abitare democratico e rappresentano una riflessione speciale sugli aspetti sociali ritenuti imprescindibili per lo studio dell’architettura indiana. Le loro opere, fondate su basi comuni, trovano una ragione precisa nel periodo di formazione degli autori e nelle esperienze vissute all’estero. Ma, l’evidente interesse per la conoscenza della scena culturale internazionale si lega, indubbiamente, a ragioni di carattere storico e, più precisamente, alla trasformazione dell’India in repubblica democratica (1947). Eredi di una corrente modernista annunciata in India dalle opere di Le Corbusier, Correa, Doshi e Rewal perseguono un’identità architettonica nazionale in grado di conciliare dimensione culturale indigena e nuovi modelli d’importazione, ma i contatti con l’Europa e con gli Stati Uniti, consolidatisi negli anni attraverso le esperienze di Le Corbusier e Louis Kahn, hanno di fatto allargato il campo delle possibilità offrendo loro potenzialità inedite e ancora da esplorare. All’indomani dell’indipendenza, in India i processi di industrializzazione incrementali rafforzavano gli scambi internazionali e la crescente economia interna richiamava la popolazione dalle campagne verso i grandi centri urbani. A seguito della pianificazione di moderni insediamenti industriali sorse un numero consistente di townships, con lo scopo di garantire una sistemazione adeguata ai nuovi abitanti che cercavano, nelle grandi città e nelle nascenti aree produttive, prospettive di vita migliori. A seguito di scelte politiche coordinate, protrattesi fino agli anni Ottanta del secolo scorso, per qualche decennio si è assistito allora alla realizzazione di importanti insediamenti di housing, pubblici e privati, sostenuti, prevalentemente, da investimenti statali. L’impegno di Correa, Doshi e Rewal in alcuni di questi interventi conferma un evidente interesse per il progetto dell’abitare considerato come un tema centrale per stabilire una linea di continuità tra tradizione architettonica indiana e influenze esterne. L’interpretazione della tradizione ha costituito per questi autori un presupposto essenziale per sviluppare progetti, in particolare nel campo dell’housing, non solo destinati a soddisfare aspetti tecnici e funzionali ma legati anche alla costante ricerca di un’armonia con il luogo e le culture locali. Se la Chandigarh di Le Corbusier identificava l’immagine di una nuova India, rappresentando un riferimento universale indiscutibile per architetti di diverse generazioni, i principi fondativi della città storica e i caratteri derivanti dall’architettura vernacolare guidano, nei differenti contesti, le ragioni del progetto dei tre architetti indiani. Le città tradizionali, così come la morfologia e le tipologie dei villaggi rurali vengono quindi assunti come testi, come fonti preziose utili all’elaborazione del progetto contemporaneo.
2024
Vivienda colectiva. Reflexiones sobra el habitar contemporaneo 2
27
45
Rossl, S. (2024). Laboratorio de la India. Experimentos Sobre la Vivienda. Guadalajara : Arquitonica editorial.
Rossl, S.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
03 VC2-RSHC Stefania Rossl.pdf

accesso riservato

Tipo: Versione (PDF) editoriale / Version Of Record
Licenza: Licenza per accesso riservato
Dimensione 5.86 MB
Formato Adobe PDF
5.86 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/1003087
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact