Immagini della Chiesa nell'esegesi biblica di Alberto Magno

The aim of this contribution is to shed light on two different ecclesiological images that emerge from Albertus the Great's writings and to assess their possible relationships. In the Sermones de sancto Augustino, Albert presents an 'optimistic' picture of the ecclesiastical institution, which is well-structured and protected by solid walls (Non potest civitas abscondi supra montem posita). However, a marked shift in tone is evident in Super Matthaeum and Enarrationes in Evangelium Lucae, where the prophecy from Isaiah, "Erunt signa in sole, luna et stellis," is interpreted as an anticipation of the condition in which the Church will find itself at the end of time: reduced to a small community of believers, abandoned by the pope, bishops and religious.

L’obiettivo di questo contributo è proprio quello di fare luce su due differenti immagini ecclesiologiche che emergono dagli scritti di Alberto Magno per valutarne, in conclusione, le possibili relazioni. Nei Sermones de sancto Augustino, prendendo le mosse dall’affermazione evangelica Non potest civitas abscondi supra montem posita, Alberto sembra delineare un quadro “ottimistico” dell’istituzione ecclesiastica: una civitas ben strutturata, difesa da solide mura. I toni diventano invece decisamente più cupi, nel Super Matthaeum e nelle Enarrationes in Evangelium Lucae, quando la profezia di Isaia, Erunt signa in sole, luna et stellis, viene letta come un’anticipazione della condizione in cui verserà la Chiesa alla fine dei tempi: ridotta ad una piccola comunità di credenti, abbandonata dal papa, dai vescovi e dai religiosi.