Da insegnante e pedagogista quale era, Manzi sapeva bene che il rapporto educativo è segnato da una strutturale asimmetria fra chi sa di più e chi sa meno, chi ha più potere e chi ne ha meno, che significa anche autorevolezza e responsabilità; il problema deontologico oltre che professionale in senso stretto, per chi fa il mestiere di educatore (ma anche per un genitore) è quello della “giusta distanza”. La televisione se per un verso avvicina ciò che è distante (tele-visione), per un altro quella distanza la può esasperare sul piano dell’autorevolezza del medium. Non era facile per Alberto Manzi trovare il registro comunicativo che conciliasse la distanza della comunicazione televisiva con la necessaria vicinanza fra insegnante e allievi, mantenendo l’autorevolezza del ruolo magistrale che non poteva vestire i panni dell’intrattenitore televisivo, come ce n’erano di bravi in quegli anni. Insomma: la giusta distanza, a cui si aggiungeva un ulteriore questione: il pubblico non era composto da bambini, sconfessando quindi un aspetto “classico” della asimmetria del rapporto educativo, quello della adultità di chi insegna verso l’immaturità di chi impara.

Farnè, R. (2024). Alberto Manzi: la televisione e la "giusta distanza". Bologna : Corecom.

Alberto Manzi: la televisione e la "giusta distanza"

Roberto Farnè
2024

Abstract

Da insegnante e pedagogista quale era, Manzi sapeva bene che il rapporto educativo è segnato da una strutturale asimmetria fra chi sa di più e chi sa meno, chi ha più potere e chi ne ha meno, che significa anche autorevolezza e responsabilità; il problema deontologico oltre che professionale in senso stretto, per chi fa il mestiere di educatore (ma anche per un genitore) è quello della “giusta distanza”. La televisione se per un verso avvicina ciò che è distante (tele-visione), per un altro quella distanza la può esasperare sul piano dell’autorevolezza del medium. Non era facile per Alberto Manzi trovare il registro comunicativo che conciliasse la distanza della comunicazione televisiva con la necessaria vicinanza fra insegnante e allievi, mantenendo l’autorevolezza del ruolo magistrale che non poteva vestire i panni dell’intrattenitore televisivo, come ce n’erano di bravi in quegli anni. Insomma: la giusta distanza, a cui si aggiungeva un ulteriore questione: il pubblico non era composto da bambini, sconfessando quindi un aspetto “classico” della asimmetria del rapporto educativo, quello della adultità di chi insegna verso l’immaturità di chi impara.
2024
Non è mai troppo presto: la Media education a 100 anni dalla nascita di Alberto Manzi
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Farnè, R. (2024). Alberto Manzi: la televisione e la "giusta distanza". Bologna : Corecom.
Farnè, Roberto
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