Dal 1976, per circa trent’anni, il dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna è stato un punto di riferimento in Italia per la ricerca sui media e l’educazione. Più precisamente: sul rapporto bambini/TV, poiché in quegli anni la televisione rappresentava il medium più significativo, protagonista di un crescente “allarme” sociale ed educativo. In quel dipartimento si era formato un gruppo guidato da Piero Bertolini (1931-2006) con l’intenzione di porre al centro della ricerca pedagogica il fenomeno televisivo , assumendo che quel medium avessero non solo una evidente rilevanza socioculturale ma anche formativa, nel senso che il rapporto fra i bambini e la TV si costituiva innanzi tutto come esperienza e dunque bisognava andare alle radici di questa esperienza: l’infanzia. In altre parole, limitarsi alla condanna, seppure supportata da importanti analisi e considerazioni, appariva a Piero Bertolini e al gruppo di ricerca una via troppo facile sommaria. Soprattutto una sorta di dichiarazione di impotenza educativa che non era accettabile dal punto di vista pedagogico.
Farnè, R. (2024). Trent'anni e dodici ricerche su educazione e media nel Dipartimento di Scienze dell'Educazione "G.M. Bertin" dell'Università di Bologna. Bologna : Corecom.
Trent'anni e dodici ricerche su educazione e media nel Dipartimento di Scienze dell'Educazione "G.M. Bertin" dell'Università di Bologna
Roberto Farnè
2024
Abstract
Dal 1976, per circa trent’anni, il dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna è stato un punto di riferimento in Italia per la ricerca sui media e l’educazione. Più precisamente: sul rapporto bambini/TV, poiché in quegli anni la televisione rappresentava il medium più significativo, protagonista di un crescente “allarme” sociale ed educativo. In quel dipartimento si era formato un gruppo guidato da Piero Bertolini (1931-2006) con l’intenzione di porre al centro della ricerca pedagogica il fenomeno televisivo , assumendo che quel medium avessero non solo una evidente rilevanza socioculturale ma anche formativa, nel senso che il rapporto fra i bambini e la TV si costituiva innanzi tutto come esperienza e dunque bisognava andare alle radici di questa esperienza: l’infanzia. In altre parole, limitarsi alla condanna, seppure supportata da importanti analisi e considerazioni, appariva a Piero Bertolini e al gruppo di ricerca una via troppo facile sommaria. Soprattutto una sorta di dichiarazione di impotenza educativa che non era accettabile dal punto di vista pedagogico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.