Il saggio indaga la lettura non tanto come oggetto da descrivere, ma come osservatorio, luogo da cui guardare, punto di vista privilegiato per riflettere su alcuni meccanismi di funzionamento del pensiero teorico in relazione agli studi letterari. Una prima parte sviluppa infatti una riflessione di tipo-metacritico, mettendo a fuoco le difficoltà specifiche di uno studio teorico dell’esperienza di lettura e ricostruendo alcune fasi salienti dell’estetica della ricezione classica. Su questa base, la lettura viene concepita come una sorta di punto cieco della ricerca, un oggetto paradossale che esaspera la tensione tra le esigenze nomotetiche della conoscenza teorica e la natura plurima, fortemente eterogenea e centrifuga dell’oggetto di studio, che alimenta il desiderio idiografico di censire la specificità dei casi individuali. Da questo punto di vista, l’estetica della ricezione può essere considerata non l’ultima fase della grande teoria letteraria novecentesca, ma il suo punto di implosione, una sorta di detonatore nascosto, un principio intrinsecamente autodecostruttivo che ne ha sancito la disgregazione. Tale processo generale viene poi esemplificato con la “storia esemplare” di Roland Barthes tra il 1966 e il 1970, un breve giro d’anni in cui le premesse di uno studio scientifico della letteratura vengono completamente rovesciate, proprio attraverso la pietra d’inciampo della lettura. La parte finale del saggio, assumendo un taglio più storico e sociologico, passa quindi a tratteggiare una possibile “politica della lettura”, nel quadro delle attuali trasformazioni culturali e del graduale processo di delegittimazione degli studi umanistici, suggerendo anche possibili “pratiche di resistenza” con cui valorizzare l’esperienza letteraria in forma critica e anche antagonista rispetto all’ideologia dominante.
Bertoni, F. (2024). La resistenza alla teoria. Per una politica della lettura. Padova : Padova University Press.
La resistenza alla teoria. Per una politica della lettura
Federico Bertoni
2024
Abstract
Il saggio indaga la lettura non tanto come oggetto da descrivere, ma come osservatorio, luogo da cui guardare, punto di vista privilegiato per riflettere su alcuni meccanismi di funzionamento del pensiero teorico in relazione agli studi letterari. Una prima parte sviluppa infatti una riflessione di tipo-metacritico, mettendo a fuoco le difficoltà specifiche di uno studio teorico dell’esperienza di lettura e ricostruendo alcune fasi salienti dell’estetica della ricezione classica. Su questa base, la lettura viene concepita come una sorta di punto cieco della ricerca, un oggetto paradossale che esaspera la tensione tra le esigenze nomotetiche della conoscenza teorica e la natura plurima, fortemente eterogenea e centrifuga dell’oggetto di studio, che alimenta il desiderio idiografico di censire la specificità dei casi individuali. Da questo punto di vista, l’estetica della ricezione può essere considerata non l’ultima fase della grande teoria letteraria novecentesca, ma il suo punto di implosione, una sorta di detonatore nascosto, un principio intrinsecamente autodecostruttivo che ne ha sancito la disgregazione. Tale processo generale viene poi esemplificato con la “storia esemplare” di Roland Barthes tra il 1966 e il 1970, un breve giro d’anni in cui le premesse di uno studio scientifico della letteratura vengono completamente rovesciate, proprio attraverso la pietra d’inciampo della lettura. La parte finale del saggio, assumendo un taglio più storico e sociologico, passa quindi a tratteggiare una possibile “politica della lettura”, nel quadro delle attuali trasformazioni culturali e del graduale processo di delegittimazione degli studi umanistici, suggerendo anche possibili “pratiche di resistenza” con cui valorizzare l’esperienza letteraria in forma critica e anche antagonista rispetto all’ideologia dominante.| File | Dimensione | Formato | |
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