Esiste un realismo politico della trasformazione? Il volume cerca di rispondere a questa domanda, ricostruendo logiche e temi comuni a una serie di autori lungo la storia del pensiero politico moderno. Se il realismo politico classico è lo strumento in grado di ricostruire la storia politica dal punto di vista della continuità e della conservazione – del potere, del corpo politico, della vita – è però evidente come questa storia abbia presentato a sua volta momenti di discontinuità, dove la trasformazione ha assunto necessariamente un carattere realistico. È quindi possibile ricostruire una logica politica realista della trasformazione, analizzando le teorie e le azioni dei suoi protagonisti? Questo tentativo muove dall’innovazione conflittualista machiavelliana, passando per le esperienze rivoluzionarie foriere della progettualità di ordini nuovi (Sieyès, Robespierre, Lenin), fino alle forme assunte dalla trasformazione nel contesto della politica di massa (Weber, Gramsci). Oltre le dicotomie di prevedibilità e imprevedibilità, regolarità ed evenemenzialità, riforma e rivoluzione, l’apparato concettuale del realismo politico trasformativo si rivela uno strumento fondamentale per interpretare la trasformazione politica, nonché uno stimolo a superare un’epoca che sembra riprodurre solamente le regolarità della conservazione.
michele filippini (2024). Il realismo politico trasformativo. Milano : Mimesis.
Il realismo politico trasformativo
michele filippini
2024
Abstract
Esiste un realismo politico della trasformazione? Il volume cerca di rispondere a questa domanda, ricostruendo logiche e temi comuni a una serie di autori lungo la storia del pensiero politico moderno. Se il realismo politico classico è lo strumento in grado di ricostruire la storia politica dal punto di vista della continuità e della conservazione – del potere, del corpo politico, della vita – è però evidente come questa storia abbia presentato a sua volta momenti di discontinuità, dove la trasformazione ha assunto necessariamente un carattere realistico. È quindi possibile ricostruire una logica politica realista della trasformazione, analizzando le teorie e le azioni dei suoi protagonisti? Questo tentativo muove dall’innovazione conflittualista machiavelliana, passando per le esperienze rivoluzionarie foriere della progettualità di ordini nuovi (Sieyès, Robespierre, Lenin), fino alle forme assunte dalla trasformazione nel contesto della politica di massa (Weber, Gramsci). Oltre le dicotomie di prevedibilità e imprevedibilità, regolarità ed evenemenzialità, riforma e rivoluzione, l’apparato concettuale del realismo politico trasformativo si rivela uno strumento fondamentale per interpretare la trasformazione politica, nonché uno stimolo a superare un’epoca che sembra riprodurre solamente le regolarità della conservazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.