Le ricostruzioni dei protagonisti della RSI hanno teso a un rigonfiamento delle cifre dei partecipanti e dei combattenti di Salò nella proporzione spesso di 1 a 10. Il fenomeno merita una sottolineatura in quanto quelle cifre sono state riprese dagli studi con caratteristiche più propriamente storiche fino a giungere a noi come senso comune. Si comprende come da tale lievitazione, che per esempio porta a 110.000 gli inquadrati nelle Brigate Nere mentre essi oscillarono verosimilmente fra gli 11.000 e i 16.000, esca un quadro deformato della RSI e, insieme, dell’Italia del 1943-1945. Lo stesso fenomeno della Resistenza necessita di una riconsiderazione. Il lavoro affronta la questione delle fonti, dei motivi della lievitazione delle cifre, già in atto nel 1943-1945, e cerca di avvicinarsi al numero ‘reale’ dei componenti delle Brigate Nere. Facendo ricorso a una ricca e diversificata messe di fonti di archivio, nazionali e locali, il lavoro affronta inoltre la questione della ‘qualificazione’ di questi combattenti, in specie riguardo al loro essere volontari o coscritti. Ciò ha particolare rilevanza nel caso delle Brigate Nere, che dovevano essere esclusivamente composte da iscritti al Partito fascista e questi ultimi avrebbero dovuto essere tutti uomini di fede fascista. Di fatto si procedette – per il non allargato consenso alla RSI e, anzi, per il diffuso dissenso della popolazione – anche con forme spesso coercitive, al punto da non poter considerare l’esperienza complessiva delle Brigate Nere come l’esperienza di militanti fascisti convinti.
Il problema di quantificare e qualificare i combattenti di Salò. Il caso delle Brigate Nere / D. GAGLIANI. - STAMPA. - (2010), pp. 7-27. (Intervento presentato al convegno Gli apparati militari della RSI tenutosi a (Brescia, nel 23 marzo 2007)).
Il problema di quantificare e qualificare i combattenti di Salò. Il caso delle Brigate Nere
GAGLIANI, DIANELLA
2010
Abstract
Le ricostruzioni dei protagonisti della RSI hanno teso a un rigonfiamento delle cifre dei partecipanti e dei combattenti di Salò nella proporzione spesso di 1 a 10. Il fenomeno merita una sottolineatura in quanto quelle cifre sono state riprese dagli studi con caratteristiche più propriamente storiche fino a giungere a noi come senso comune. Si comprende come da tale lievitazione, che per esempio porta a 110.000 gli inquadrati nelle Brigate Nere mentre essi oscillarono verosimilmente fra gli 11.000 e i 16.000, esca un quadro deformato della RSI e, insieme, dell’Italia del 1943-1945. Lo stesso fenomeno della Resistenza necessita di una riconsiderazione. Il lavoro affronta la questione delle fonti, dei motivi della lievitazione delle cifre, già in atto nel 1943-1945, e cerca di avvicinarsi al numero ‘reale’ dei componenti delle Brigate Nere. Facendo ricorso a una ricca e diversificata messe di fonti di archivio, nazionali e locali, il lavoro affronta inoltre la questione della ‘qualificazione’ di questi combattenti, in specie riguardo al loro essere volontari o coscritti. Ciò ha particolare rilevanza nel caso delle Brigate Nere, che dovevano essere esclusivamente composte da iscritti al Partito fascista e questi ultimi avrebbero dovuto essere tutti uomini di fede fascista. Di fatto si procedette – per il non allargato consenso alla RSI e, anzi, per il diffuso dissenso della popolazione – anche con forme spesso coercitive, al punto da non poter considerare l’esperienza complessiva delle Brigate Nere come l’esperienza di militanti fascisti convinti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.