Le protesi testurizzate, soprattutto quelle a testurizzazione profonda, hanno la proprietà di aderire intimamente alla capsula periprotesica creando il cosiddetto “effetto velcro”, che la fissa. Tuttavia, tutti i modelli di protesi presentano un inserto posteriore (il cosiddetto tag o etichetta) che non è testurizzato, poiché riporta i dati relativi alla protesi (modello, dimensioni, numero di serie, ecc). Questo fa sì che in quest’area la protesi non si fissi alla capsula e si crei un’area di discontinuità. Una trazione applicata in questa sede (ad esempio a seguito di un massaggio protesico) finisce per agire su di un punto di debolezza che favorisce lo sviluppo di scollamenti della capsula. Da ciò possono prendere origine due fenomeni distinti, ma fra loro correlati: la doppia capsula e quello che abbiamo chiamato la “briglia posteriore”, un lembo capsulare appunto posteriore, avente la forma di una briglia o di un manico di borsa che si attacca alla superficie posteriore della protesi. Questo fenomeno è alla base di molte anomalie posizionali delle protesi, fra cui la rotazione e la dislocazione, ma potrebbe essere alla base anche di rotture da stress sulla faccia posteriore. Verranno presentati alcuni casi emblematici a supporto di quest’ipotesi.

Il ruolo del tag posteriore delle protesi mammarie nella genesi di alcune complicanze della mastoplastica additiva / P. Panettiere; L. Marchetti; D. Accorsi. - ELETTRONICO. - (2009), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno 58° Congresso della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica tenutosi a San Remo (Im) nel 28/9/2009 – 1/10/2009).

Il ruolo del tag posteriore delle protesi mammarie nella genesi di alcune complicanze della mastoplastica additiva

PANETTIERE, PIETRO;
2009

Abstract

Le protesi testurizzate, soprattutto quelle a testurizzazione profonda, hanno la proprietà di aderire intimamente alla capsula periprotesica creando il cosiddetto “effetto velcro”, che la fissa. Tuttavia, tutti i modelli di protesi presentano un inserto posteriore (il cosiddetto tag o etichetta) che non è testurizzato, poiché riporta i dati relativi alla protesi (modello, dimensioni, numero di serie, ecc). Questo fa sì che in quest’area la protesi non si fissi alla capsula e si crei un’area di discontinuità. Una trazione applicata in questa sede (ad esempio a seguito di un massaggio protesico) finisce per agire su di un punto di debolezza che favorisce lo sviluppo di scollamenti della capsula. Da ciò possono prendere origine due fenomeni distinti, ma fra loro correlati: la doppia capsula e quello che abbiamo chiamato la “briglia posteriore”, un lembo capsulare appunto posteriore, avente la forma di una briglia o di un manico di borsa che si attacca alla superficie posteriore della protesi. Questo fenomeno è alla base di molte anomalie posizionali delle protesi, fra cui la rotazione e la dislocazione, ma potrebbe essere alla base anche di rotture da stress sulla faccia posteriore. Verranno presentati alcuni casi emblematici a supporto di quest’ipotesi.
2009
Atti del 58° Congresso della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica
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Il ruolo del tag posteriore delle protesi mammarie nella genesi di alcune complicanze della mastoplastica additiva / P. Panettiere; L. Marchetti; D. Accorsi. - ELETTRONICO. - (2009), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno 58° Congresso della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica tenutosi a San Remo (Im) nel 28/9/2009 – 1/10/2009).
P. Panettiere; L. Marchetti; D. Accorsi
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