Il principio di sussidiarietà, di cui la Chiesa patrocina ed esorta l'applicazione negli ordinamenti secolari, può essere considerato altresì una chiave di lettura dell'ordinamento canonico e quindi in qualche modo influire sulle dinamiche che lo caratterizzano? Il contributo si pone questa domanda, analizzando prima le origini del principio nella storia del pensiero, poi segnatamente gli interventi magisteriali sul punto e in seguito le diversificate opinioni dottrinali. Si registra come ad un'iniziale entusiastica accoglienza della sussidiarietà nella Chiesa sia succeduta una più accentuata cautela che talora si è spinta sino ad un rigetto reciso di tale recezione che tradirebbe e corromperebbe l'autentica sostanza dell'ordinamento canonico e dei suoi delicati equilibri interni. Considerata la specificità dell'ordinamento giuridico della Chiesa, irriducibile a qualunque altro, la tesi sostenuta dal saggio è che il principio di sussidiarietà - come a tutt'oggi inteso - non può scalzare e neppure essere equiparato ai pilastri ecclesiologici che reggono tale ordinamento, quali quello della "communio", del primato pontificio e della collegialità episcopale, della reciproca immanenza e della mutua interiorità tra Chiesa universale e Chiesa particolare, della distinzione tra sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale, dell'uguaglianza fondamentale e della diversità funzionale, dell'unità e del pluralismo, ecc. Tuttavia ad esso può essere riservato un ruolo importante affinché, idoneamente gettate le fondamenta incardinate sullo "ius divinum", il sistema giuridico della Chiesa possa evolvere verso forme sempre più soddisfacenti e coerenti al progetto superiore. La trattazione teorica e la proposta avanzata vengono completate e suffragate da una rassegna di possibili ambiti di applicazione del principio di sussidiarietà nell'ordinamento canonico: sia per quanto concerne i rapporti tra gli organi di governo della struttura gerarchica, tra le istanze depositarie di potestà (ambito in qualche modo riconducibile alla sussidiarietà verticale), sia per quanto afferisce alla dimensione della corresponsabilità e della partecipazione dell'intero popolo di Dio, e quindi anche dei semplici fedeli, alla missione della Chiesa (ambito "lato sensu" ricollegabile alla sussidiarietà orizzontale).

Considerazioni sul principio di sussidiarietà nella Chiesa

BONI, GERALDINA
2010

Abstract

Il principio di sussidiarietà, di cui la Chiesa patrocina ed esorta l'applicazione negli ordinamenti secolari, può essere considerato altresì una chiave di lettura dell'ordinamento canonico e quindi in qualche modo influire sulle dinamiche che lo caratterizzano? Il contributo si pone questa domanda, analizzando prima le origini del principio nella storia del pensiero, poi segnatamente gli interventi magisteriali sul punto e in seguito le diversificate opinioni dottrinali. Si registra come ad un'iniziale entusiastica accoglienza della sussidiarietà nella Chiesa sia succeduta una più accentuata cautela che talora si è spinta sino ad un rigetto reciso di tale recezione che tradirebbe e corromperebbe l'autentica sostanza dell'ordinamento canonico e dei suoi delicati equilibri interni. Considerata la specificità dell'ordinamento giuridico della Chiesa, irriducibile a qualunque altro, la tesi sostenuta dal saggio è che il principio di sussidiarietà - come a tutt'oggi inteso - non può scalzare e neppure essere equiparato ai pilastri ecclesiologici che reggono tale ordinamento, quali quello della "communio", del primato pontificio e della collegialità episcopale, della reciproca immanenza e della mutua interiorità tra Chiesa universale e Chiesa particolare, della distinzione tra sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale, dell'uguaglianza fondamentale e della diversità funzionale, dell'unità e del pluralismo, ecc. Tuttavia ad esso può essere riservato un ruolo importante affinché, idoneamente gettate le fondamenta incardinate sullo "ius divinum", il sistema giuridico della Chiesa possa evolvere verso forme sempre più soddisfacenti e coerenti al progetto superiore. La trattazione teorica e la proposta avanzata vengono completate e suffragate da una rassegna di possibili ambiti di applicazione del principio di sussidiarietà nell'ordinamento canonico: sia per quanto concerne i rapporti tra gli organi di governo della struttura gerarchica, tra le istanze depositarie di potestà (ambito in qualche modo riconducibile alla sussidiarietà verticale), sia per quanto afferisce alla dimensione della corresponsabilità e della partecipazione dell'intero popolo di Dio, e quindi anche dei semplici fedeli, alla missione della Chiesa (ambito "lato sensu" ricollegabile alla sussidiarietà orizzontale).
2010
G. Boni
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