FISIOTERAPIA E MALATTIA DI PARKINSON La natura degenerativa della Malattia di Parkinson prevede il progressivo declino delle abilità motorie e funzionali. L’evoluzione clinica della malattia è eterogenea, così come il conseguente grado di disabilità. La maggior parte delle persone con la Malattia di Parkinson ha crescenti difficoltà nei trasferimenti, nelle posture, nell’equilibrio, nel cammino e nelle attività di vita quotidiana. Questo porta precocemente alla perdita di indipendenza, con conseguente restrizione alla partecipazione della vita sociale. Le limitazioni motorie difficilmente si riducono mediante le terapie farmacologica o neurochirurgica ed è spesso prescritta la fisioterapia. Tuttavia, non vi sono attualmente prove sufficienti per sostenere o smentire l’efficacia delle differenti tecniche di fisioterapia nella Malattia di Parkinson. L’obiettivo della fisioterapia per le persone con Malattia di Parkinson è quello di migliorare la qualità della vita attraverso il mantenimento dell’autonomia, della sicurezza e del benessere. Questo risultato è ottenuto attraverso la prevenzione della limitazione delle attività, delle cadute, delle lesioni da decubito e dal miglioramento funzionale delle attività. FISIOTERAPIA E SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA A tutt’oggi non è nota alcuna cura realmente efficace che conduca alla risoluzione dei sintomi della Sclerosi Laterale Amiotrofica. Ciò che si conosce e che viene attualmente praticato è un intervento riabilitativo multidisciplinare, allo scopo di preservare la funzionalità più a lungo possibile, evitare danni secondari e terziari, migliorare la qualità della vita dei malati ed, in alcuni casi, rallentare l’evoluzione della malattia, garantendo anche una più lunga sopravvivenza. La fisioterapia ha pertanto il compito di seguire la persona durante lo sviluppo della patologia, modificando i propri obiettivi e le proposte terapeutiche in ogni sua fase, al fine di ritardare l’evoluzione dei sintomi. FISIOTERAPIA E MALATTIA DI ALZHEIMER La Malattia di Alzheimer, la più frequente causa di demenza, è un disturbo neurodegenerativo progressivo e irreversibile caratterizzato sia da deficit cognitivo-comportamentali sia neuromotori. La coesistenza di alterazioni a carico di memoria, orientamento spazio-temporale ed equilibrio, la malnutrizione e la depressione, concorrono nel determinare il progressivo declino delle caratteristiche strutturali (ipotrofia muscolare, incremento della fragilità ossea) e funzionali (riduzione della forza e resistenza muscolare, deficit nella deambulazione) a carico dell’apparato muscolo scheletrico, insieme alla riduzione della capacità di autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana (ADL), comprendendo sia le ADL di base (bagno, igiene, vestirsi, mangiare, trasferimenti) sia le ADL strumentali (pulizia casa, acquisti, preparazione pasti, lavanderia). Inoltre le alterazioni a carico di equilibrio e orientamento spazio-temporale, i deficit stenici e l’incremento della fragilità ossea, predispongono questi individui ad un aumentato rischio per cadute e fratture, rispetto ai soggetti paragonabili per caratteristiche demografiche e di salute fisica. Sulla base di quanto esposto appare evidente che un miglioramento delle condizioni fisiche nei soggetti affetti dalla Malattia di Alzheimer può contribuire ad un incremento dell’autonomia, della loro qualità di vita e riduzione del rischio per cadute e fratture, nonostante la progressione della malattia.

TECNICHE NEUROMOTORIE

PILLASTRINI, PAOLO;BERTOZZI, LUCIA;MONTEVECCHI, VIVIANA;
2010

Abstract

FISIOTERAPIA E MALATTIA DI PARKINSON La natura degenerativa della Malattia di Parkinson prevede il progressivo declino delle abilità motorie e funzionali. L’evoluzione clinica della malattia è eterogenea, così come il conseguente grado di disabilità. La maggior parte delle persone con la Malattia di Parkinson ha crescenti difficoltà nei trasferimenti, nelle posture, nell’equilibrio, nel cammino e nelle attività di vita quotidiana. Questo porta precocemente alla perdita di indipendenza, con conseguente restrizione alla partecipazione della vita sociale. Le limitazioni motorie difficilmente si riducono mediante le terapie farmacologica o neurochirurgica ed è spesso prescritta la fisioterapia. Tuttavia, non vi sono attualmente prove sufficienti per sostenere o smentire l’efficacia delle differenti tecniche di fisioterapia nella Malattia di Parkinson. L’obiettivo della fisioterapia per le persone con Malattia di Parkinson è quello di migliorare la qualità della vita attraverso il mantenimento dell’autonomia, della sicurezza e del benessere. Questo risultato è ottenuto attraverso la prevenzione della limitazione delle attività, delle cadute, delle lesioni da decubito e dal miglioramento funzionale delle attività. FISIOTERAPIA E SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA A tutt’oggi non è nota alcuna cura realmente efficace che conduca alla risoluzione dei sintomi della Sclerosi Laterale Amiotrofica. Ciò che si conosce e che viene attualmente praticato è un intervento riabilitativo multidisciplinare, allo scopo di preservare la funzionalità più a lungo possibile, evitare danni secondari e terziari, migliorare la qualità della vita dei malati ed, in alcuni casi, rallentare l’evoluzione della malattia, garantendo anche una più lunga sopravvivenza. La fisioterapia ha pertanto il compito di seguire la persona durante lo sviluppo della patologia, modificando i propri obiettivi e le proposte terapeutiche in ogni sua fase, al fine di ritardare l’evoluzione dei sintomi. FISIOTERAPIA E MALATTIA DI ALZHEIMER La Malattia di Alzheimer, la più frequente causa di demenza, è un disturbo neurodegenerativo progressivo e irreversibile caratterizzato sia da deficit cognitivo-comportamentali sia neuromotori. La coesistenza di alterazioni a carico di memoria, orientamento spazio-temporale ed equilibrio, la malnutrizione e la depressione, concorrono nel determinare il progressivo declino delle caratteristiche strutturali (ipotrofia muscolare, incremento della fragilità ossea) e funzionali (riduzione della forza e resistenza muscolare, deficit nella deambulazione) a carico dell’apparato muscolo scheletrico, insieme alla riduzione della capacità di autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana (ADL), comprendendo sia le ADL di base (bagno, igiene, vestirsi, mangiare, trasferimenti) sia le ADL strumentali (pulizia casa, acquisti, preparazione pasti, lavanderia). Inoltre le alterazioni a carico di equilibrio e orientamento spazio-temporale, i deficit stenici e l’incremento della fragilità ossea, predispongono questi individui ad un aumentato rischio per cadute e fratture, rispetto ai soggetti paragonabili per caratteristiche demografiche e di salute fisica. Sulla base di quanto esposto appare evidente che un miglioramento delle condizioni fisiche nei soggetti affetti dalla Malattia di Alzheimer può contribuire ad un incremento dell’autonomia, della loro qualità di vita e riduzione del rischio per cadute e fratture, nonostante la progressione della malattia.
2010
L'evoluzione della Riabilitazione per le Malattie Neurodegenerative
1
33
P. PILLASTRINI; L. BERTOZZI; V. MONTEVECCHI; R. MUGNAI; M.T. NALDI
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