Il foglio 238 “Castel S. Pietro Terme” ricade quasi esclusivamente nella provincia di Bologna, ad esclusione di piccoli settori che appartengono alle province di Firenze e Ravenna. Il foglio è all’incirca compreso tra le valli dei Torrenti Senio e Sellustra ad est, del Savena insieme a parte del crinale dove corre la SS. 65 della Futa ad ovest; si sviluppa prevalentemente nel basso e medio Appennino e comprende a nord-est un settore dell’alta pianura; le quote variano tra 45 metri dell’alveo del T. Sellustra, in pianura, .no ai 1131 metri a ridosso del Monte Canda. I primi rilievi geologici alla scala 1:10.000 sono stati svolti negli anni ‘80 e revisionati un decennio più tardi per l’allestimento del foglio alla scala 1:50.000. Il rilevamento geologico delle successioni sedimentarie è stato eseguito applicando i classici criteri litostratigrafici, che hanno permesso, oltre al riconoscimento delle formazioni, anche la loro suddivisione in sottounità (membri, litofacies, strati guida). Relativamente alle successioni torbiditiche, ad esempio, si sono suddivise le formazioni in sottounità in base al rapporto arenaria-pelite o pelite-calcare quando l’esposizione in affioramento rende possibile determinare quantitativamente il predominio di uno dei termini rispetto agli altri. Questo metodo ha permesso di ottenere validi risultati ad esempio per la Formazione Marnoso-Arenacea Romagnola (BENINI et alii, 1990) ed è stato applicato con gli stessi criteri anche per altre formazioni geneticamente simili. Si tratta, per la maggior parte, di unità già formalizzate o segnalate comunque in letteratura, mentre in alcuni casi si è preferito mantenere nomi locali, evidenziando i problemi stratigrafico-strutturali che hanno motivato tali scelte. Per alcune particolari unità, inoltre, è stata adottata una denominazione “fuori rango gerarchico”, indicativa semplicemente della loro genesi sedimentaria. Nell’ambito di questo foglio è presente una delle strutture più studiate dell’Appennino Settentrionale, che in corrispondenza di spettacolari affioramenti lungo le valli dei torrenti Sillaro e Sellustra porta a contatto unità argillitiche a struttura caotica con le unità più profonde della catena, qui rappresentate dalla Successione Umbro-Marchigiano-Romagnola. Il termine “caotico indifferenziato” o “Complesso caotico indifferenziato” AUCTT. utilizzato in passato per definire queste unità in ricoprimento, evidenzia i problemi che presentava la comprensione della loro natura, origine, composizione tanto da essere riuniti in un unico contenitore anche nella cartografia geologica ufficiale (es. CARTA GEOLOGICA D’ITALIA 1:100.000 - Foglio 99 Faenza); solo a partire dagli anni ‘80 questi terreni indifferenziati sono stati minuziosamente classificati e suddivisi in base alle caratteristiche indicative di una genesi sedimentaria o tettonica delle unità caotiche (es. BETTELLI & PANINI, 1989, 1992a e 1992 b). Applicando tale metodo, ad esempio, si è fatta particolare attenzione al tipo, densità ed età degli inclusi negli estesi depositi di colata, costituiti per la maggior parte da brecce argillose poligeniche, cartografandoli puntualmente e suddividendoli in litofacies. Studiandone l’età e i contatti con le unità sedimentarie “normali” è stato possibile ottenere informazioni sull’evoluzione stratigrafico-strutturale di questo settore appenninico, secondo un’interpretazione che si affianca a quelle degli studi precedenti condotti in quest’area e che parte comunque da un lavoro cartografico accurato, che rimane a nostro parere l’obiettivo di un foglio della nuova carta geologica nazionale, in vista delle sue molteplici possibilità di utilizzo anche applicativo.

Note Illustrative della Carta Geologica D’Italia alla scala 1:50.000 foglio 238 Castel San Pietro Terme / Benini A.; De Nardo M.T.; Severi P.; Borsetti A.M.; Negri A.; Vaiani S.C.. - STAMPA. - (2009).

Note Illustrative della Carta Geologica D’Italia alla scala 1:50.000 foglio 238 Castel San Pietro Terme

VAIANI, STEFANO CLAUDIO
2009

Abstract

Il foglio 238 “Castel S. Pietro Terme” ricade quasi esclusivamente nella provincia di Bologna, ad esclusione di piccoli settori che appartengono alle province di Firenze e Ravenna. Il foglio è all’incirca compreso tra le valli dei Torrenti Senio e Sellustra ad est, del Savena insieme a parte del crinale dove corre la SS. 65 della Futa ad ovest; si sviluppa prevalentemente nel basso e medio Appennino e comprende a nord-est un settore dell’alta pianura; le quote variano tra 45 metri dell’alveo del T. Sellustra, in pianura, .no ai 1131 metri a ridosso del Monte Canda. I primi rilievi geologici alla scala 1:10.000 sono stati svolti negli anni ‘80 e revisionati un decennio più tardi per l’allestimento del foglio alla scala 1:50.000. Il rilevamento geologico delle successioni sedimentarie è stato eseguito applicando i classici criteri litostratigrafici, che hanno permesso, oltre al riconoscimento delle formazioni, anche la loro suddivisione in sottounità (membri, litofacies, strati guida). Relativamente alle successioni torbiditiche, ad esempio, si sono suddivise le formazioni in sottounità in base al rapporto arenaria-pelite o pelite-calcare quando l’esposizione in affioramento rende possibile determinare quantitativamente il predominio di uno dei termini rispetto agli altri. Questo metodo ha permesso di ottenere validi risultati ad esempio per la Formazione Marnoso-Arenacea Romagnola (BENINI et alii, 1990) ed è stato applicato con gli stessi criteri anche per altre formazioni geneticamente simili. Si tratta, per la maggior parte, di unità già formalizzate o segnalate comunque in letteratura, mentre in alcuni casi si è preferito mantenere nomi locali, evidenziando i problemi stratigrafico-strutturali che hanno motivato tali scelte. Per alcune particolari unità, inoltre, è stata adottata una denominazione “fuori rango gerarchico”, indicativa semplicemente della loro genesi sedimentaria. Nell’ambito di questo foglio è presente una delle strutture più studiate dell’Appennino Settentrionale, che in corrispondenza di spettacolari affioramenti lungo le valli dei torrenti Sillaro e Sellustra porta a contatto unità argillitiche a struttura caotica con le unità più profonde della catena, qui rappresentate dalla Successione Umbro-Marchigiano-Romagnola. Il termine “caotico indifferenziato” o “Complesso caotico indifferenziato” AUCTT. utilizzato in passato per definire queste unità in ricoprimento, evidenzia i problemi che presentava la comprensione della loro natura, origine, composizione tanto da essere riuniti in un unico contenitore anche nella cartografia geologica ufficiale (es. CARTA GEOLOGICA D’ITALIA 1:100.000 - Foglio 99 Faenza); solo a partire dagli anni ‘80 questi terreni indifferenziati sono stati minuziosamente classificati e suddivisi in base alle caratteristiche indicative di una genesi sedimentaria o tettonica delle unità caotiche (es. BETTELLI & PANINI, 1989, 1992a e 1992 b). Applicando tale metodo, ad esempio, si è fatta particolare attenzione al tipo, densità ed età degli inclusi negli estesi depositi di colata, costituiti per la maggior parte da brecce argillose poligeniche, cartografandoli puntualmente e suddividendoli in litofacies. Studiandone l’età e i contatti con le unità sedimentarie “normali” è stato possibile ottenere informazioni sull’evoluzione stratigrafico-strutturale di questo settore appenninico, secondo un’interpretazione che si affianca a quelle degli studi precedenti condotti in quest’area e che parte comunque da un lavoro cartografico accurato, che rimane a nostro parere l’obiettivo di un foglio della nuova carta geologica nazionale, in vista delle sue molteplici possibilità di utilizzo anche applicativo.
2009
124
Note Illustrative della Carta Geologica D’Italia alla scala 1:50.000 foglio 238 Castel San Pietro Terme / Benini A.; De Nardo M.T.; Severi P.; Borsetti A.M.; Negri A.; Vaiani S.C.. - STAMPA. - (2009).
Benini A.; De Nardo M.T.; Severi P.; Borsetti A.M.; Negri A.; Vaiani S.C.
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