L’art. 4 della L. n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) è tuttora considerato un baluardo a tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore rispetto ai controlli a distanza esercitabili dal datore di lavoro. La sua recente riscrittura ha determinato effetti sulla connessa fattispecie penale, confluita nell’art. 171 del d.lgs. 196 del 2003 (c.d. Codice Privacy). Il presente lavoro intende analizzare la fattispecie penale, mostrandone la complessiva indeterminatezza, emergente soprattutto dal rapporto tra sua attuale formulazione ed impiego di tecnologie idonee sì a conseguire un controllo a distanza del lavoratore, eppure estremamente diffuse (e in certi casi indispensabili) nell’esercizio dell’attività lavorativa. In tale prospettiva diviene essenziale, anche in chiave penalistica, chiarire quali strumenti di potenziale controllo a distanza siano esenti dalle autorizzazioni previste dall’art. 4 St. lav. e quale sia la natura penalistica di tali esenzioni. È inoltre necessario considerare l’eventuale spazio applicativo di istituti scriminanti di problematico inquadramento, come i c.d. “controlli difensivi”, anche in accordo con la giurisprudenza della Corte EDU in materia. Infine, il contributo si sofferma sui nessi tra controlli a distanza e responsabilità amministrativa degli enti, distinguendo i profili attinenti alla predisposizione di modelli organizzati ante delictum da quelli connessi all’attività di indagine interna all’ente, disposta successivamente al verificarsi di un’infrazione. Con riferimento a tale ultima ipotesi, nell’ottica dell’introduzione di una disciplina organica delle indagini interne, viene evidenziato il problematico coordinamento tra tutela dei lavoratori e diritto di difesa dell’ente.
PROSPETTIVE PENALISTICHE DEL CONTROLLO A DISTANZA SULL’ATTIVITÀ LAVORATIVA NELL’ATTUALE CONTESTO NORMATIVO E TECNOLOGICO / Nisco. - In: DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO. - ISSN 2240-7618. - ELETTRONICO. - 4 2021:4(2021), pp. 87-110.
PROSPETTIVE PENALISTICHE DEL CONTROLLO A DISTANZA SULL’ATTIVITÀ LAVORATIVA NELL’ATTUALE CONTESTO NORMATIVO E TECNOLOGICO
Nisco
2021
Abstract
L’art. 4 della L. n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) è tuttora considerato un baluardo a tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore rispetto ai controlli a distanza esercitabili dal datore di lavoro. La sua recente riscrittura ha determinato effetti sulla connessa fattispecie penale, confluita nell’art. 171 del d.lgs. 196 del 2003 (c.d. Codice Privacy). Il presente lavoro intende analizzare la fattispecie penale, mostrandone la complessiva indeterminatezza, emergente soprattutto dal rapporto tra sua attuale formulazione ed impiego di tecnologie idonee sì a conseguire un controllo a distanza del lavoratore, eppure estremamente diffuse (e in certi casi indispensabili) nell’esercizio dell’attività lavorativa. In tale prospettiva diviene essenziale, anche in chiave penalistica, chiarire quali strumenti di potenziale controllo a distanza siano esenti dalle autorizzazioni previste dall’art. 4 St. lav. e quale sia la natura penalistica di tali esenzioni. È inoltre necessario considerare l’eventuale spazio applicativo di istituti scriminanti di problematico inquadramento, come i c.d. “controlli difensivi”, anche in accordo con la giurisprudenza della Corte EDU in materia. Infine, il contributo si sofferma sui nessi tra controlli a distanza e responsabilità amministrativa degli enti, distinguendo i profili attinenti alla predisposizione di modelli organizzati ante delictum da quelli connessi all’attività di indagine interna all’ente, disposta successivamente al verificarsi di un’infrazione. Con riferimento a tale ultima ipotesi, nell’ottica dell’introduzione di una disciplina organica delle indagini interne, viene evidenziato il problematico coordinamento tra tutela dei lavoratori e diritto di difesa dell’ente.File | Dimensione | Formato | |
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