Il Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani nasce nel 1996 nel Villaggio Gesso a sedici chilometri da Messina, grazie all’ini- ziativa di Mario Sarica e col contributo determinante di cultori del- le tradizioni e suonatori e cantori che appartengono alle tradizioni popolari del messinese e in specie dell’area dei monti Peloritani. Si propone come luogo di esposizione dialogica, al quale gli attuali in- terpreti delle tradizioni musicali locali contribuiscono con apporto di conoscenza e con strumenti musicali e oggetti sonori da loro costru- iti, e continuano ad animarlo con incontri, seminari, concerti nel cor- so del quale le loro competenze vengono condivise con la comunità locale e con gli utenti. In Italia v’è un solo altro esempio di museo di tal fatta: il Museo del paesaggio sonoro di Riva presso Chieri, in provincia di Torino, messo insieme e ordinato soprattutto da un ricercatore e musicista locale, Domenico Torta, in dialogo con gli etnomusicologi che hanno fatto ricerca sul territorio. La collezione degli strumenti musicali si compone di oltre quattrocento reperti. Accanto agli strumenti da suono e musicali che appartengono alle tradizioni locali sono esposti oggetti utili a contestualizzarli, sul piano storico e su quello etnografico: imma- gini del passato, fotografie di riti con suonatori e cantori in azio- ne, oggetti che appartengono a riti o occasioni lavorative locali, nei quali la componente sonora è rilevante (ad esempio maschere e costumi di riti religiosi o di carnevale, oggetti che appartengono alla cultura e alle attività pastorali).

In Italia v’è un solo altro esempio di museo di tal fatta, il Museo del paesaggio sonoro di Riva

N. Staiti
2022

Abstract

Il Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani nasce nel 1996 nel Villaggio Gesso a sedici chilometri da Messina, grazie all’ini- ziativa di Mario Sarica e col contributo determinante di cultori del- le tradizioni e suonatori e cantori che appartengono alle tradizioni popolari del messinese e in specie dell’area dei monti Peloritani. Si propone come luogo di esposizione dialogica, al quale gli attuali in- terpreti delle tradizioni musicali locali contribuiscono con apporto di conoscenza e con strumenti musicali e oggetti sonori da loro costru- iti, e continuano ad animarlo con incontri, seminari, concerti nel cor- so del quale le loro competenze vengono condivise con la comunità locale e con gli utenti. In Italia v’è un solo altro esempio di museo di tal fatta: il Museo del paesaggio sonoro di Riva presso Chieri, in provincia di Torino, messo insieme e ordinato soprattutto da un ricercatore e musicista locale, Domenico Torta, in dialogo con gli etnomusicologi che hanno fatto ricerca sul territorio. La collezione degli strumenti musicali si compone di oltre quattrocento reperti. Accanto agli strumenti da suono e musicali che appartengono alle tradizioni locali sono esposti oggetti utili a contestualizzarli, sul piano storico e su quello etnografico: imma- gini del passato, fotografie di riti con suonatori e cantori in azio- ne, oggetti che appartengono a riti o occasioni lavorative locali, nei quali la componente sonora è rilevante (ad esempio maschere e costumi di riti religiosi o di carnevale, oggetti che appartengono alla cultura e alle attività pastorali).
2022
Un racconto lungo 25 anni
100
104
N. Staiti
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