Nell’ultimo rapporto annuale Istat 20211 sulla situazione del paese, la quota percentuale degli ELET, cioè degli Early Leavers from Education and Training, giovani tra i 18 d i 24 anni che escono dal sistema di istruzione e formazione senza aver conseguito un diploma o una qualifica è stimata al 13%, un valore ancora superiore alla quota del 10% fissata come obiettivo generale nello spazio europeo. All’interno di questo 13% il tasso di abbandono precoce degli studi tra i giovani con cittadinanza non italiana è oltre tre volte superiore a quello degli italiani: nel 2020, 35,4% contro 11,0%. Tra coloro che sono arrivati entro i 9 anni di età, la quota di ELET è pari al 19,7%, mentre sale al 33,4% tra coloro giunti in un’età compresa tra i 10 e i 15 anni e raggiunge il 57,3% (oltre uno su due) tra chi è entrato in Italia tra i 16 e i 24 anni. Questo significa che al crescere del grado scolastico cresce anche l’incapacità dei sistemi formativi di includere ragazzi che parlano altre lingue, hanno la migrazione nella loro esperienza di vita, hanno poche reti sociali e relazionali sul territorio e hanno svolto una parte della loro esperienza scolastica in un altro paese spesso non europeo.

Integrazione e diritti mancati tra i nuovi studenti italiani.

fulvia antonelli
2021

Abstract

Nell’ultimo rapporto annuale Istat 20211 sulla situazione del paese, la quota percentuale degli ELET, cioè degli Early Leavers from Education and Training, giovani tra i 18 d i 24 anni che escono dal sistema di istruzione e formazione senza aver conseguito un diploma o una qualifica è stimata al 13%, un valore ancora superiore alla quota del 10% fissata come obiettivo generale nello spazio europeo. All’interno di questo 13% il tasso di abbandono precoce degli studi tra i giovani con cittadinanza non italiana è oltre tre volte superiore a quello degli italiani: nel 2020, 35,4% contro 11,0%. Tra coloro che sono arrivati entro i 9 anni di età, la quota di ELET è pari al 19,7%, mentre sale al 33,4% tra coloro giunti in un’età compresa tra i 10 e i 15 anni e raggiunge il 57,3% (oltre uno su due) tra chi è entrato in Italia tra i 16 e i 24 anni. Questo significa che al crescere del grado scolastico cresce anche l’incapacità dei sistemi formativi di includere ragazzi che parlano altre lingue, hanno la migrazione nella loro esperienza di vita, hanno poche reti sociali e relazionali sul territorio e hanno svolto una parte della loro esperienza scolastica in un altro paese spesso non europeo.
2021
A TRENT’ANNI DALLO SBARCO DELLA VLORA BREVE VIAGGIO NELL’ITALIA CHE SI È SCOPERTA PAESE DI IMMIGRAZIONE
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66
fulvia antonelli
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