Concerto per le Dame Bologna 24 settembre 2009 Aula Magna Complesso di Santa Cristina, h.18.00 VII Convegno Internazionale Christine de Pizan Miho Kamiya: soprano Nozomi Shimizu: flauti Marianne Gubri: arpa gotica Chansonnier de Jean de Monchenu (detto Manoscritto Cordiforme), Paris, Bibliothèque Nationale, Rothschild 2973, ca 1470. Il programma si propone come una messa in musica della vita della poetessa e scrittrice Christine de Pizan ripercorrendo alcune delle città dove fu attiva (Bologna, Venezia e Parigi) in un ideale dialogo con i principali compositori della fine del Trecento e inizio Quattrocento. Le musiche vocali sono per lo più madrigali e chansons (rondeaux, ballate e virelais), forme consuete dell’Ars Nova italiana e francese e della scuola franco-fiamminga e testimoniano dei numerosi scambi politici e artistici tra le due culture. I brani strumentali sono estratti dal repertorio delle danze (Ductia e Rotta) e delle improvvisazioni su alcune celebri polifonie del periodo, codificate in manoscritti per strumenti solistici quali il Codex Faenza o il Buxheimer Orgelbuch. Di particolare rilevo è la composizione di Gilles Binchois su una ballata di Christine de Pizan (Dueil angoisseus). Questo poema è stato frequentemente letto in chiave autobiografica come la manifestazione del lutto della poetessa vedova, e merita attenzione perché dimostra una certa originalità nel contesto di una lirica tradizionalmente legata ai topoi dell’amor cortese, che sia felice e corrisposto o doloroso e impossibile. A questo ultimo si lega la tematica di un’altra composizione di Binchois sui versi del collega e contemporaneo di Christine de Pizan, il poeta Alain Chartier (Triste plaisir). Questo programma infine ritrae pienamente la musica di corte nella sua versione camerale, ossia con strumenti bassi (di volume sonoro basso quali l’arpa gotica e i flauti), destinati a risuonare delicatamente all’interno dei palazzi per accompagnare una voce solista. Come spesso descritto e illustrato nell’iconografia coeva, la polifonia, allora composta da due a tre voci per arrivare a quattro voci solo alla fine del Quattrocento, veniva eseguita in ‘concerti’ misti di strumenti e voci, al contrario della polifonia sacra, che era esclusivamente vocale. La musica di corte era concepita come un passatempo colto ed elitario, destinato a rimanere celato ai profani, e rappresentava una parte rilevante della formazione dei giovani nobili e in particolare delle donne. Le composizioni riflettono un gusto estremamente raffinato, sia nella complessità ritmica per le musiche dell’Ars Nova trecentesca che nella purezza delle armonie e delle linee melodiche delle polifonie quattrocentesche, sia nella scelta dei testi poetici che nella codificazione musicale in pregiati libri miniati. ANONIMO, Ductia, (Londra, British Library, Ms Harley 978, XIV sec) JACOPO DA BOLOGNA (? - 1360), Non al suo amante più Diana piacque (Codice Squarcialupi, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Med. Pal. 87) ANONIMO, Non al suo amante più Diana piacque, (Codex Faenza, Faenza, Biblioteca comunale, Ms 117, 1380-1420) GUILLAUME DUFAY (1397 - 1474), Ma plus mignonne de mon cueur GILLES BINCHOIS (1400 – 1460), Adieu mes très belles amours ANONIMO, Adieu mes très belles amours, (Das Buxheimer Orgelbuch, Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Cim. 352b / Mus.Ms.3752, ca 1460) JACOB DE SENLECHES (? - 1395), La harpe de mélodie (Chicago, Newberry library, MS 54.1, ca 1395) GILLES BINCHOIS, Dueil angoisseus (Testo di Christine de Pizan) GILLES BINCHOIS, Triste plaisir (Testo di Alain Chartier) ANONIMO, Lamento e Rotta di Tristano (London, British Library, MS Add. 29987, ca. 1400) ANONIMO, J’ay pris amours à ma devise, (Chansonnier de Jean de Monchenu, Paris, Bibliothèque Nationale, Rothschild 2973, ca 1470) HEINRICH ISAAC (1450 – 1517), J’ay pris amours à ma devise ANONIMO, Costantia (Codex Faenza) ...

Concerto per le dame - Bologna - 24 settembre 2009 -Aula Magna di S.Cristina - ore 18.00

CARAFFI, PATRIZIA
2009

Abstract

Concerto per le Dame Bologna 24 settembre 2009 Aula Magna Complesso di Santa Cristina, h.18.00 VII Convegno Internazionale Christine de Pizan Miho Kamiya: soprano Nozomi Shimizu: flauti Marianne Gubri: arpa gotica Chansonnier de Jean de Monchenu (detto Manoscritto Cordiforme), Paris, Bibliothèque Nationale, Rothschild 2973, ca 1470. Il programma si propone come una messa in musica della vita della poetessa e scrittrice Christine de Pizan ripercorrendo alcune delle città dove fu attiva (Bologna, Venezia e Parigi) in un ideale dialogo con i principali compositori della fine del Trecento e inizio Quattrocento. Le musiche vocali sono per lo più madrigali e chansons (rondeaux, ballate e virelais), forme consuete dell’Ars Nova italiana e francese e della scuola franco-fiamminga e testimoniano dei numerosi scambi politici e artistici tra le due culture. I brani strumentali sono estratti dal repertorio delle danze (Ductia e Rotta) e delle improvvisazioni su alcune celebri polifonie del periodo, codificate in manoscritti per strumenti solistici quali il Codex Faenza o il Buxheimer Orgelbuch. Di particolare rilevo è la composizione di Gilles Binchois su una ballata di Christine de Pizan (Dueil angoisseus). Questo poema è stato frequentemente letto in chiave autobiografica come la manifestazione del lutto della poetessa vedova, e merita attenzione perché dimostra una certa originalità nel contesto di una lirica tradizionalmente legata ai topoi dell’amor cortese, che sia felice e corrisposto o doloroso e impossibile. A questo ultimo si lega la tematica di un’altra composizione di Binchois sui versi del collega e contemporaneo di Christine de Pizan, il poeta Alain Chartier (Triste plaisir). Questo programma infine ritrae pienamente la musica di corte nella sua versione camerale, ossia con strumenti bassi (di volume sonoro basso quali l’arpa gotica e i flauti), destinati a risuonare delicatamente all’interno dei palazzi per accompagnare una voce solista. Come spesso descritto e illustrato nell’iconografia coeva, la polifonia, allora composta da due a tre voci per arrivare a quattro voci solo alla fine del Quattrocento, veniva eseguita in ‘concerti’ misti di strumenti e voci, al contrario della polifonia sacra, che era esclusivamente vocale. La musica di corte era concepita come un passatempo colto ed elitario, destinato a rimanere celato ai profani, e rappresentava una parte rilevante della formazione dei giovani nobili e in particolare delle donne. Le composizioni riflettono un gusto estremamente raffinato, sia nella complessità ritmica per le musiche dell’Ars Nova trecentesca che nella purezza delle armonie e delle linee melodiche delle polifonie quattrocentesche, sia nella scelta dei testi poetici che nella codificazione musicale in pregiati libri miniati. ANONIMO, Ductia, (Londra, British Library, Ms Harley 978, XIV sec) JACOPO DA BOLOGNA (? - 1360), Non al suo amante più Diana piacque (Codice Squarcialupi, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Med. Pal. 87) ANONIMO, Non al suo amante più Diana piacque, (Codex Faenza, Faenza, Biblioteca comunale, Ms 117, 1380-1420) GUILLAUME DUFAY (1397 - 1474), Ma plus mignonne de mon cueur GILLES BINCHOIS (1400 – 1460), Adieu mes très belles amours ANONIMO, Adieu mes très belles amours, (Das Buxheimer Orgelbuch, Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Cim. 352b / Mus.Ms.3752, ca 1460) JACOB DE SENLECHES (? - 1395), La harpe de mélodie (Chicago, Newberry library, MS 54.1, ca 1395) GILLES BINCHOIS, Dueil angoisseus (Testo di Christine de Pizan) GILLES BINCHOIS, Triste plaisir (Testo di Alain Chartier) ANONIMO, Lamento e Rotta di Tristano (London, British Library, MS Add. 29987, ca. 1400) ANONIMO, J’ay pris amours à ma devise, (Chansonnier de Jean de Monchenu, Paris, Bibliothèque Nationale, Rothschild 2973, ca 1470) HEINRICH ISAAC (1450 – 1517), J’ay pris amours à ma devise ANONIMO, Costantia (Codex Faenza) ...
2009
P.Caraffi
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