Le Nazioni Unite hanno dichiarato l’Anno 2005 Anno del Microcredito, tema proposto sin dal 1998. L’evento è stato inaugurato il 18 Novembre 2004 con l’apertura di una tavola rotonda dal titolo “Aumentare il potere delle donne attraverso il microcredito” sostenuta dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD). Il microcredito deriva dall’idea semplicissima, ma nello stesso tempo rivoluzionaria, di Muhammad Yunus, professore di Economia all’Università di Chittagong in Bangladesh e fondatore della Grameen Bank. La sua intuizione abbina il capitalismo alla responsabilità sociale e si è imposta come un movimento che ha cambiato le impostazioni delle politiche di sviluppo in modo sostanziale. I suoi sforzi e le sue convinzioni si sono dimostrati uno dei mezzi più efficaci per combattere contro la povertà estrema nel mondo. Le sue soluzioni sono state applicate al mondo intero, facendo sì che i paesi ricchi apprendano dai poveri. Il microcredito consiste nel concedere piccoli prestiti ai nullatenenti, affinché abbiano la possibilità di avviare attività produttrici di reddito costante, al fine di sostenere la famiglia. Il microcredito è basato sulla fiducia e non su contratti o su pegni; viene concesso per fondare una piccola impresa individuale che sostenga la vita familiare e non è concesso per i consumi. Rivoluziona i criteri fissati dalle banche tradizionali ed apre il metodo della banca che va al cliente e non il cliente alla banca. La convinzione fondamentale di Yunus è che la gestione del denaro sia un diritto di tutti e che i poveri e gli analfabeti non sono stupidi. Essi hanno le stesse potenzialità di tutti gli altri. Queste sono parole dell’economista: "La povertà copre la gente di con una spessa crosta e fa sembrare i poveri senza iniziativa. Invece se dài loro credito tornano celermente a una nuova vita. Anche quelli che non sembrano avere pensieri dell’oggi o del domani, sono in effetti molto furbi nell’arte di sopravvivere. Il credito è la chiave che apre la loro umanità” (www. grameen-info.com). Si è riconosciuto che “il Microcredito offre un potenziale enorme allo sviluppo dell’umanità. Per i paesi in via di sviluppo è più di un puro mezzo economico, è uno strumento di partecipazione sociale, di arricchimento vitale” (Barry, 2005). Esso mette in moto una serie di ingranaggi che producono impatti economici, socio-politici – culturali, personali o psicologici e contribuisce ad eliminare i freni allo sviluppo nelle società più radicate nei pregiudizi. Yunus diffida dei grandi organismi, capaci di contribuire solo a parole al progresso, sprecando somme ingenti di denaro in studi di specialisti ed economisti di grido, che non conoscono la dura realtà della miseria, e reputa che molti progetti cercano solo di rendere la povertà più tollerabile, piuttosto che mirare ad eliminarla. Egli si avvale invece di mezzi concreti ed immediati: I suoi principi a breve termine, sostanziali e mirati sono così sintetizzati: Sradicare la povertà estrema e la fame Raggiungere un’educazione primaria a livello universale Promuovere l’eguaglianza tra i sessi e dare potere alle donne Ridurre il tasso di mortalità infantile Migliorare la salute delle madri Combattere AIDS, sieropositività, malaria ed altre malattie Assicurare la sostenibilità dell’ambiente Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo.

Il microcredito contro la povertà

GALVANI, ADRIANA
2005

Abstract

Le Nazioni Unite hanno dichiarato l’Anno 2005 Anno del Microcredito, tema proposto sin dal 1998. L’evento è stato inaugurato il 18 Novembre 2004 con l’apertura di una tavola rotonda dal titolo “Aumentare il potere delle donne attraverso il microcredito” sostenuta dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD). Il microcredito deriva dall’idea semplicissima, ma nello stesso tempo rivoluzionaria, di Muhammad Yunus, professore di Economia all’Università di Chittagong in Bangladesh e fondatore della Grameen Bank. La sua intuizione abbina il capitalismo alla responsabilità sociale e si è imposta come un movimento che ha cambiato le impostazioni delle politiche di sviluppo in modo sostanziale. I suoi sforzi e le sue convinzioni si sono dimostrati uno dei mezzi più efficaci per combattere contro la povertà estrema nel mondo. Le sue soluzioni sono state applicate al mondo intero, facendo sì che i paesi ricchi apprendano dai poveri. Il microcredito consiste nel concedere piccoli prestiti ai nullatenenti, affinché abbiano la possibilità di avviare attività produttrici di reddito costante, al fine di sostenere la famiglia. Il microcredito è basato sulla fiducia e non su contratti o su pegni; viene concesso per fondare una piccola impresa individuale che sostenga la vita familiare e non è concesso per i consumi. Rivoluziona i criteri fissati dalle banche tradizionali ed apre il metodo della banca che va al cliente e non il cliente alla banca. La convinzione fondamentale di Yunus è che la gestione del denaro sia un diritto di tutti e che i poveri e gli analfabeti non sono stupidi. Essi hanno le stesse potenzialità di tutti gli altri. Queste sono parole dell’economista: "La povertà copre la gente di con una spessa crosta e fa sembrare i poveri senza iniziativa. Invece se dài loro credito tornano celermente a una nuova vita. Anche quelli che non sembrano avere pensieri dell’oggi o del domani, sono in effetti molto furbi nell’arte di sopravvivere. Il credito è la chiave che apre la loro umanità” (www. grameen-info.com). Si è riconosciuto che “il Microcredito offre un potenziale enorme allo sviluppo dell’umanità. Per i paesi in via di sviluppo è più di un puro mezzo economico, è uno strumento di partecipazione sociale, di arricchimento vitale” (Barry, 2005). Esso mette in moto una serie di ingranaggi che producono impatti economici, socio-politici – culturali, personali o psicologici e contribuisce ad eliminare i freni allo sviluppo nelle società più radicate nei pregiudizi. Yunus diffida dei grandi organismi, capaci di contribuire solo a parole al progresso, sprecando somme ingenti di denaro in studi di specialisti ed economisti di grido, che non conoscono la dura realtà della miseria, e reputa che molti progetti cercano solo di rendere la povertà più tollerabile, piuttosto che mirare ad eliminarla. Egli si avvale invece di mezzi concreti ed immediati: I suoi principi a breve termine, sostanziali e mirati sono così sintetizzati: Sradicare la povertà estrema e la fame Raggiungere un’educazione primaria a livello universale Promuovere l’eguaglianza tra i sessi e dare potere alle donne Ridurre il tasso di mortalità infantile Migliorare la salute delle madri Combattere AIDS, sieropositività, malaria ed altre malattie Assicurare la sostenibilità dell’ambiente Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo.
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