Dopo una rimozione pressoché totale di quarant’anni, il tema dell’identità degli italiani è riemerso nel dibattito pubblico e nella riflessione scientifica verso la fine degli anni ’80, in seguito alla nascita della Lega lombarda, poi Lega Nord, che ha raccolto consensi da partito di massa all’insegna di un’opzione centrifuga. Il ricco dibattito che ne è seguito, e che continua tuttora con andamento carsico anche nella polemica politica, si articolava lungo due direttrici di fondo: da un lato cercava di contrastare la tesi leghista di un’identità separata; dall’altro metteva in evidenza le particolarità del caso italiano, come la tardiva unificazione politica. In entrambi i casi il problema viene visto secondo una prospettiva storica. Da un lato la storia attesta l’indiscutibile esistenza di un’identità italiana, Dall’altra la storia attesta la pluralità delle identità, o quant.meno un’identità flebile e frammentata. Entrambe queste tesi hanno un limite comune. Si tratta di sguardi rivolti esclusivamente al passato, entrambe presuppongono un’idea “solida” di identità collettiva, in un certo senso “primordialista”: Identità come eredità. E’ un’idea tipica della modernità, e dunque quasi inservibile oggi, in cui le tradizionali identità nazionali sono molto sotto stress. Le identità collettive nascono e muoiono, come ogni altra costruzione umana sotto il cielo. E dunque a maggior ragione tendono a trasformarsi, a rigenerarsi o a logorarsi. Si pongono così tre piani su cui articolare la riflessione: a) approfondire la natura delle identità collettive, mettendo in luce la composizione del nucleo di valori condivisi su cui esse si fondano; b) mettere in rilievo che il vettore causale più comunemente riconosciuto (è la nazione che sostiene lo stato) è assai discutibile. Le identità collettive interagiscono con le istituzioni statuali, secondo un processo di causalità circolare; c) nell’applicazione al caso italiano di oggi, i precedenti punti suggeriscono di studiare con particolare attenzione il ruolo svolto dalle istituzioni sia nel nation building, sia nel logorare e indebolire la nostra identità collettiva e il nostro orgoglio nazionale.

Come si distrugge l'identità italiana / R. Cartocci. - STAMPA. - (2009), pp. 181-197. (Intervento presentato al convegno Identità italiana tra Europa e società multiculturale tenutosi a Siena nel 12-14 dicembre 2008).

Come si distrugge l'identità italiana

CARTOCCI, ROBERTO
2009

Abstract

Dopo una rimozione pressoché totale di quarant’anni, il tema dell’identità degli italiani è riemerso nel dibattito pubblico e nella riflessione scientifica verso la fine degli anni ’80, in seguito alla nascita della Lega lombarda, poi Lega Nord, che ha raccolto consensi da partito di massa all’insegna di un’opzione centrifuga. Il ricco dibattito che ne è seguito, e che continua tuttora con andamento carsico anche nella polemica politica, si articolava lungo due direttrici di fondo: da un lato cercava di contrastare la tesi leghista di un’identità separata; dall’altro metteva in evidenza le particolarità del caso italiano, come la tardiva unificazione politica. In entrambi i casi il problema viene visto secondo una prospettiva storica. Da un lato la storia attesta l’indiscutibile esistenza di un’identità italiana, Dall’altra la storia attesta la pluralità delle identità, o quant.meno un’identità flebile e frammentata. Entrambe queste tesi hanno un limite comune. Si tratta di sguardi rivolti esclusivamente al passato, entrambe presuppongono un’idea “solida” di identità collettiva, in un certo senso “primordialista”: Identità come eredità. E’ un’idea tipica della modernità, e dunque quasi inservibile oggi, in cui le tradizionali identità nazionali sono molto sotto stress. Le identità collettive nascono e muoiono, come ogni altra costruzione umana sotto il cielo. E dunque a maggior ragione tendono a trasformarsi, a rigenerarsi o a logorarsi. Si pongono così tre piani su cui articolare la riflessione: a) approfondire la natura delle identità collettive, mettendo in luce la composizione del nucleo di valori condivisi su cui esse si fondano; b) mettere in rilievo che il vettore causale più comunemente riconosciuto (è la nazione che sostiene lo stato) è assai discutibile. Le identità collettive interagiscono con le istituzioni statuali, secondo un processo di causalità circolare; c) nell’applicazione al caso italiano di oggi, i precedenti punti suggeriscono di studiare con particolare attenzione il ruolo svolto dalle istituzioni sia nel nation building, sia nel logorare e indebolire la nostra identità collettiva e il nostro orgoglio nazionale.
2009
Identità italiana tra Europa e società multiculturale
181
197
Come si distrugge l'identità italiana / R. Cartocci. - STAMPA. - (2009), pp. 181-197. (Intervento presentato al convegno Identità italiana tra Europa e società multiculturale tenutosi a Siena nel 12-14 dicembre 2008).
R. Cartocci
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