In questo capitolo prenderemo in considerazione gli aspetti e le problematiche legate alla terminologia inglese, francese e italiana utilizzata nelle relazioni del Parlamento europeo. Si tratta di documenti «politici» (Cosmai 2007, p. 96) con i quali il Parlamento esercita la propria attività sulla base di iniziative proprie o della procedura di codecisione con il Consiglio. Le relazioni sono prodotte dalle diverse commissioni parlamentari e vengono pubblicate nel sito del Parlamento europeo sia nella loro fase progettuale (progetto di relazione) sia nella loro versione definitiva votata e approvata (relazione). Esse possono avere valore legislativo, quando il Parlamento propone ad esempio di emendare dei documenti di questo tipo (direttive, regolamenti…), oppure sono non legislative nel caso di relazioni d’iniziativa che presentino proposte di risoluzione. Il fatto che spesso all’iter procedurale di questi documenti partecipino non solo la commissione parlamentare incaricata di redigerlo, ma possano aggiungersi altre commissioni parlamentari per esprimere il proprio parere al riguardo, rende le relazioni dei testi polifonici e, come vedremo (§ 4.1), caratterizzati anche per altre ragioni da un’eterogeneità costitutiva interessante da studiare. A livello di analisi dei testi, la presenza di una dimensione testuale in parte “codificata” permette anzitutto di porre delle prime riflessioni generali di ordine terminologico (§ 4.2). Quanto alla dimensione più strettamente lessicale, le relazioni attestano la compresenza di una terminologia istituzionale più propriamente europea – detta anche terminologia comunitaria – e di una terminologia settoriale, inerente al settore specifico sul quale la Commissione parlamentare è chiamata a pronunciarsi. In questo capitolo, pertanto, analizzeremo dapprima la presenza della terminologia “comunitaria” (§ 4.3), per poi osservare la terminologia settoriale delle pari opportunità, facendo il caso specifico del sintagma gender equality (§ 4.4), correlato da un lato alla dimensione di genere, dall’altro alle politiche di gender mainstreaming. Precisiamo sin d’ora che, per la nostra analisi, abbiamo scelto di analizzare le relazioni definitive pubblicate nel sito del Parlamento europeo dal 2004 al 30 giugno 2009 dalla Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità della 5a legislatura e dalla Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere della 6a legislatura.

CAP IV - Terminologia comunitaria e di settore nelle relazioni parlamentari

RAUS R.
2010

Abstract

In questo capitolo prenderemo in considerazione gli aspetti e le problematiche legate alla terminologia inglese, francese e italiana utilizzata nelle relazioni del Parlamento europeo. Si tratta di documenti «politici» (Cosmai 2007, p. 96) con i quali il Parlamento esercita la propria attività sulla base di iniziative proprie o della procedura di codecisione con il Consiglio. Le relazioni sono prodotte dalle diverse commissioni parlamentari e vengono pubblicate nel sito del Parlamento europeo sia nella loro fase progettuale (progetto di relazione) sia nella loro versione definitiva votata e approvata (relazione). Esse possono avere valore legislativo, quando il Parlamento propone ad esempio di emendare dei documenti di questo tipo (direttive, regolamenti…), oppure sono non legislative nel caso di relazioni d’iniziativa che presentino proposte di risoluzione. Il fatto che spesso all’iter procedurale di questi documenti partecipino non solo la commissione parlamentare incaricata di redigerlo, ma possano aggiungersi altre commissioni parlamentari per esprimere il proprio parere al riguardo, rende le relazioni dei testi polifonici e, come vedremo (§ 4.1), caratterizzati anche per altre ragioni da un’eterogeneità costitutiva interessante da studiare. A livello di analisi dei testi, la presenza di una dimensione testuale in parte “codificata” permette anzitutto di porre delle prime riflessioni generali di ordine terminologico (§ 4.2). Quanto alla dimensione più strettamente lessicale, le relazioni attestano la compresenza di una terminologia istituzionale più propriamente europea – detta anche terminologia comunitaria – e di una terminologia settoriale, inerente al settore specifico sul quale la Commissione parlamentare è chiamata a pronunciarsi. In questo capitolo, pertanto, analizzeremo dapprima la presenza della terminologia “comunitaria” (§ 4.3), per poi osservare la terminologia settoriale delle pari opportunità, facendo il caso specifico del sintagma gender equality (§ 4.4), correlato da un lato alla dimensione di genere, dall’altro alle politiche di gender mainstreaming. Precisiamo sin d’ora che, per la nostra analisi, abbiamo scelto di analizzare le relazioni definitive pubblicate nel sito del Parlamento europeo dal 2004 al 30 giugno 2009 dalla Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità della 5a legislatura e dalla Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere della 6a legislatura.
2010
Multilinguismo e terminologia nell'Unione Europea. Problematiche e prospettive
115
155
RAUS R. COMBA M.E. CAIELLI M. CINATO L. BLENGINO C.; RAUS R.
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/822683
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact