Il contributo vuole riflettere sulla dimensione territoriale dell'architettura in relazione al progetto contemporaneo e alle istanze poste dalla condizione attuale. Indagando i caratteri del territorio "edificato" ne individua i principali abiti di studio - sulla scorta dei primi studi intrapresi sul territorio rurale da "Les Annales", delle ricerche di geografia umana francese e tedesca, dei contributi italiani, mettendoli a confronto con gli attuali concetti di sostenibilità, adeguatezza, progetto (alle diverse scale), assetto urbano, ecc. Ne emerge la necessità di considerare e comprendere l'assetto fisico del territorio storico come "parte visibile" del nostro futuro; di fronte alla disattenzione sempre più evidente nei confronti della trasformazione fisica del mondo, di fronte al fatto che il territorio inteso come fatto fisico in cui si sono stratificate le intenzioni delle generazioni che ci hanno preceduto, questa straordinaria costruzione collettiva sembra ormai “sparita”, sottratta alla nostra percezione senza alcuna ragione plausibile. Se prendiamo avvio dalla consapevolezza che questa complessa costruzione morfologica, frutto dell’ingegnosità umana volta a trasformare le terre che abbiamo avuto in sorte in luoghi accoglienti – in cui “è bello stare” direbbe Louis Kahn - in architetture affabili, possiamo comprendere quanto tutto questo condizioni la nostra vita: il progetto dovrà allora fondarsi su quei caratteri che la lunga storia di formazione del territorio ha affermato e resi permanenti e ai quali è in larga parte riconducibile il carattere identitario dei luoghi.

La dimensione territoriale dell'architettura

maura savini
2016

Abstract

Il contributo vuole riflettere sulla dimensione territoriale dell'architettura in relazione al progetto contemporaneo e alle istanze poste dalla condizione attuale. Indagando i caratteri del territorio "edificato" ne individua i principali abiti di studio - sulla scorta dei primi studi intrapresi sul territorio rurale da "Les Annales", delle ricerche di geografia umana francese e tedesca, dei contributi italiani, mettendoli a confronto con gli attuali concetti di sostenibilità, adeguatezza, progetto (alle diverse scale), assetto urbano, ecc. Ne emerge la necessità di considerare e comprendere l'assetto fisico del territorio storico come "parte visibile" del nostro futuro; di fronte alla disattenzione sempre più evidente nei confronti della trasformazione fisica del mondo, di fronte al fatto che il territorio inteso come fatto fisico in cui si sono stratificate le intenzioni delle generazioni che ci hanno preceduto, questa straordinaria costruzione collettiva sembra ormai “sparita”, sottratta alla nostra percezione senza alcuna ragione plausibile. Se prendiamo avvio dalla consapevolezza che questa complessa costruzione morfologica, frutto dell’ingegnosità umana volta a trasformare le terre che abbiamo avuto in sorte in luoghi accoglienti – in cui “è bello stare” direbbe Louis Kahn - in architetture affabili, possiamo comprendere quanto tutto questo condizioni la nostra vita: il progetto dovrà allora fondarsi su quei caratteri che la lunga storia di formazione del territorio ha affermato e resi permanenti e ai quali è in larga parte riconducibile il carattere identitario dei luoghi.
2016
Maura Savini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/807145
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