Il contributo pone in evidenza l’eccezionalità, per la sua unicità, della fondazione monastica di Grottaferrata, alle porte di Roma. Si tratta infatti dell’unico superstite lacerto di una componente ecclesiastica importante sia dell’Oriente greco sia dell’Occidente latino, cioè della Chiesa greca in Italia, e soprattutto della sua tradizione monacale. In questo monastero, fondato da s. Nilo di Rossano nei primi anni dell’XI secolo, si è infatti preservato, senza soluzione di continuità, il rito greco, una singolare espressione liturgica “bizantina” senza essere costantinopolitana, con influssi evidenti dai patriarcati orientali (Alessandria e Gerusalemme) e profonde influenze latine, testimoniate già dal primo typikon locale a noi giunto, fatto trascrivere dall’igumeno Biagio II nel 1299-1300. L’esuberanza degli influssi latini venne ad alterare profondamente il rito italo-greco nella recensio criptense, al punto che nel 1882, su impulso di papa Leone XIII, fu intrapresa una riforma del rito greco nell’abbazia, che comportò tuttavia l’adozione del rito greco costantinopolitano, riformato nel XIV secolo e pertanto mai praticato in quel monastero (ma usato in Italia dagli italo-albanesi a partire del XV secolo). In tempi recenti si è infine intrapreso il ripristino del rito greco nella sua forma più pura, impresa non ancora completata.

Grottaferrata e il rito italogreco / E. Morini. - STAMPA. - (2009), pp. 9-18.

Grottaferrata e il rito italogreco

MORINI, ENRICO
2009

Abstract

Il contributo pone in evidenza l’eccezionalità, per la sua unicità, della fondazione monastica di Grottaferrata, alle porte di Roma. Si tratta infatti dell’unico superstite lacerto di una componente ecclesiastica importante sia dell’Oriente greco sia dell’Occidente latino, cioè della Chiesa greca in Italia, e soprattutto della sua tradizione monacale. In questo monastero, fondato da s. Nilo di Rossano nei primi anni dell’XI secolo, si è infatti preservato, senza soluzione di continuità, il rito greco, una singolare espressione liturgica “bizantina” senza essere costantinopolitana, con influssi evidenti dai patriarcati orientali (Alessandria e Gerusalemme) e profonde influenze latine, testimoniate già dal primo typikon locale a noi giunto, fatto trascrivere dall’igumeno Biagio II nel 1299-1300. L’esuberanza degli influssi latini venne ad alterare profondamente il rito italo-greco nella recensio criptense, al punto che nel 1882, su impulso di papa Leone XIII, fu intrapresa una riforma del rito greco nell’abbazia, che comportò tuttavia l’adozione del rito greco costantinopolitano, riformato nel XIV secolo e pertanto mai praticato in quel monastero (ma usato in Italia dagli italo-albanesi a partire del XV secolo). In tempi recenti si è infine intrapreso il ripristino del rito greco nella sua forma più pura, impresa non ancora completata.
2009
San Nilo di Rossano e l'Abbazia greca di Grottaferrata. Storia e immagini.
9
18
Grottaferrata e il rito italogreco / E. Morini. - STAMPA. - (2009), pp. 9-18.
E. Morini
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