La comunicazione della diagnosi di Sindrome di Down è un momento molto delicato per i genitori e può influenzare in modo significativo la relazione tra loro e il proprio figlio e la collaborazione con i servizi sanitari. Questa comunicazione deve essere non solo chiara nei contenuti, ma attenta agli aspetti relazionali ed emotivi. Se questi elementi vengono trascurati la comunicazione può risultare non efficace e favorire reazioni difensive poco adattive (Bellieni, 2005). La nostra ricerca ha l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle modalità comunicative e sulle opinioni dei medici coinvolti nella nascita di un neonato con sindrome di Down. Il campione studiato è costituito da 11 medici (6 Neonatologi e 5 Ginecologi), il 63,6% di sesso femminile, il 54,5% di loro è in servizio da meno di 10 anni. A tutti i soggetti è stato somministrato un questionario a risposte chiuse appositamente approntato. L’analisi descrittiva dei risultati ha evidenziato che i medici si ritengono solitamente in grado di affrontare la comunicazione diagnostica di sindrome di Down e sono abbastanza soddisfatti delle modalità con cui avviene, dell’organizzazione del servizio ospedaliero e della relazione con i Servizi Territoriali e le Associazioni. Il 50% dei Ginecologi e il 17% dei Neonatologi percepisce però il momento della comunicazione della diagnosi in modo poco definito. In questa occasione i Ginecologi tendono ad adottare un atteggiamento di circostanza, mentre i Neonatologi riferiscono più frequentemente di assumere un atteggiamento positivo. Il 40% dei Ginecologi e il 17% dei Neonatologi, comunque, non incoraggia la famiglia a porre domande e mostra difficoltà a sviluppare con i genitori un rapporto empatico. Infine l’80% dei medici, nel corso della propria esperienza professionale, riconosce di avere cambiato atteggiamento verso l’assistenza e accoglienza del nucleo familiare. Nel campione di medici preso in esame emerge il bisogno di una formazione specifica su tale tematica, che permetta di sviluppare maggiori capacità comunicative e consenta di aumentare la sensibilità degli operatori che operano nel puerperio e la loro collaborazione in percorsi di accompagnamento che tengano conto dei bisogni specifici di ogni coppia genitoriale, in modo che sia quest’ultima l’attore principale del progetto di filiazione. Riferimenti: Bellieni C.V. (2005) La risorsa Down. Uno sguardo positivo sulla disabilità. Società Editrice Fiorentina, Firenze.
Vissuto dei medici durante la comunicazione diagnostica di sindrome di Down / Facondini E.; Romeo N.; Baldoni F.. - STAMPA. - (2009), pp. 396-396. (Intervento presentato al convegno XV CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI NEONATALOGIA (SIN) tenutosi a Bologna nel 12-15 MAGGIO 2009).
Vissuto dei medici durante la comunicazione diagnostica di sindrome di Down.
ROMEO, NICOLA ANTONIO;BALDONI, FRANCO
2009
Abstract
La comunicazione della diagnosi di Sindrome di Down è un momento molto delicato per i genitori e può influenzare in modo significativo la relazione tra loro e il proprio figlio e la collaborazione con i servizi sanitari. Questa comunicazione deve essere non solo chiara nei contenuti, ma attenta agli aspetti relazionali ed emotivi. Se questi elementi vengono trascurati la comunicazione può risultare non efficace e favorire reazioni difensive poco adattive (Bellieni, 2005). La nostra ricerca ha l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle modalità comunicative e sulle opinioni dei medici coinvolti nella nascita di un neonato con sindrome di Down. Il campione studiato è costituito da 11 medici (6 Neonatologi e 5 Ginecologi), il 63,6% di sesso femminile, il 54,5% di loro è in servizio da meno di 10 anni. A tutti i soggetti è stato somministrato un questionario a risposte chiuse appositamente approntato. L’analisi descrittiva dei risultati ha evidenziato che i medici si ritengono solitamente in grado di affrontare la comunicazione diagnostica di sindrome di Down e sono abbastanza soddisfatti delle modalità con cui avviene, dell’organizzazione del servizio ospedaliero e della relazione con i Servizi Territoriali e le Associazioni. Il 50% dei Ginecologi e il 17% dei Neonatologi percepisce però il momento della comunicazione della diagnosi in modo poco definito. In questa occasione i Ginecologi tendono ad adottare un atteggiamento di circostanza, mentre i Neonatologi riferiscono più frequentemente di assumere un atteggiamento positivo. Il 40% dei Ginecologi e il 17% dei Neonatologi, comunque, non incoraggia la famiglia a porre domande e mostra difficoltà a sviluppare con i genitori un rapporto empatico. Infine l’80% dei medici, nel corso della propria esperienza professionale, riconosce di avere cambiato atteggiamento verso l’assistenza e accoglienza del nucleo familiare. Nel campione di medici preso in esame emerge il bisogno di una formazione specifica su tale tematica, che permetta di sviluppare maggiori capacità comunicative e consenta di aumentare la sensibilità degli operatori che operano nel puerperio e la loro collaborazione in percorsi di accompagnamento che tengano conto dei bisogni specifici di ogni coppia genitoriale, in modo che sia quest’ultima l’attore principale del progetto di filiazione. Riferimenti: Bellieni C.V. (2005) La risorsa Down. Uno sguardo positivo sulla disabilità. Società Editrice Fiorentina, Firenze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.