La presentazione ha come oggetto una selezione di grandi frane quiescenti situate nella fascia nord-orientale dell’Appennino Settentrionale, caratterizzata da un sollevamento recente molto rapido e quindi particolarmente esposta ai processi erosivi. L’inquadramento delle frane selezionate si basa sulle caratteristiche litologiche, stratigrafiche e tettoniche del territorio, dalle quali dipendono le cause intrinseche dei movimenti franosi. L’organiz-zazione a scala regionale di tali caratteristiche riflette la struttura della catena appenninica, che è scandita dalla sovrapposizione di tre grandi gruppi di unità: (a) le unità “autoctone” dell’avanfossa appenninica; (b) le unità alloctone Liguridi; (c) le unità semi-alloctone della successione epiligure. Le frane selezionate, elencate di seguito secondo l’ordine delle unità di provenienza, sono esemplari non solo per la loro evidenza geomorfologica, ma anche per i problemi che hanno creato alla pro-gettazione e/o realizzazione di alcune recenti infrastrutture di trasporto: (a) la frana per scorrimento di roccia a blocchi a Quarto in Val Savio è stata aggirata dalla superstrada E45 mediante una galleria; (b) la frana per colamento e scorrimento di terra ad Osteria in Valle Idice accoglie nel suo piede l’imbocco nord della galleria Raticosa per il Treno ad Alta Velocità; (c1) la frana per scorrimento multiplo e colamento di terra presso l’Allocco in Val Setta sovrasta l’imbocco di una galleria della cosiddetta “Variante di Valico”; (c2) la frana per scorrimento multiplo di roccia presso Scascoli in Val Savena ha avuto un ruolo determinante tra le cause preparatorie dei crolli di roccia che nel 2002 e nel 2005 hanno interrotto la Strada Intercomunale di fondovalle. In tutti gli esempi proposti, gli eventi franosi principali si sono manifestati prima di 50 anni fa, ma le cause che li hanno predisposti rimangono attive ancora oggi. La sicurezza delle infrastrutture che interferiscono con le frane quiescenti è stata in alcuni casi garantita da opportune scelte di tracciato, in altri da costose opere di consolidamento e drenaggio. Purtroppo, esistono situazioni nelle quali il problema è stato risolto solo parzialmente, accettando per ora un “ragionevole” margine di rischio.

Frane dell'Appennino Bolognese e Romagnolo: inquadramento geologico e casi esemplari

LANDUZZI, ALBERTO
2009

Abstract

La presentazione ha come oggetto una selezione di grandi frane quiescenti situate nella fascia nord-orientale dell’Appennino Settentrionale, caratterizzata da un sollevamento recente molto rapido e quindi particolarmente esposta ai processi erosivi. L’inquadramento delle frane selezionate si basa sulle caratteristiche litologiche, stratigrafiche e tettoniche del territorio, dalle quali dipendono le cause intrinseche dei movimenti franosi. L’organiz-zazione a scala regionale di tali caratteristiche riflette la struttura della catena appenninica, che è scandita dalla sovrapposizione di tre grandi gruppi di unità: (a) le unità “autoctone” dell’avanfossa appenninica; (b) le unità alloctone Liguridi; (c) le unità semi-alloctone della successione epiligure. Le frane selezionate, elencate di seguito secondo l’ordine delle unità di provenienza, sono esemplari non solo per la loro evidenza geomorfologica, ma anche per i problemi che hanno creato alla pro-gettazione e/o realizzazione di alcune recenti infrastrutture di trasporto: (a) la frana per scorrimento di roccia a blocchi a Quarto in Val Savio è stata aggirata dalla superstrada E45 mediante una galleria; (b) la frana per colamento e scorrimento di terra ad Osteria in Valle Idice accoglie nel suo piede l’imbocco nord della galleria Raticosa per il Treno ad Alta Velocità; (c1) la frana per scorrimento multiplo e colamento di terra presso l’Allocco in Val Setta sovrasta l’imbocco di una galleria della cosiddetta “Variante di Valico”; (c2) la frana per scorrimento multiplo di roccia presso Scascoli in Val Savena ha avuto un ruolo determinante tra le cause preparatorie dei crolli di roccia che nel 2002 e nel 2005 hanno interrotto la Strada Intercomunale di fondovalle. In tutti gli esempi proposti, gli eventi franosi principali si sono manifestati prima di 50 anni fa, ma le cause che li hanno predisposti rimangono attive ancora oggi. La sicurezza delle infrastrutture che interferiscono con le frane quiescenti è stata in alcuni casi garantita da opportune scelte di tracciato, in altri da costose opere di consolidamento e drenaggio. Purtroppo, esistono situazioni nelle quali il problema è stato risolto solo parzialmente, accettando per ora un “ragionevole” margine di rischio.
2009
Le trasformazioni dell'ambiente appenninico in Emilia-Romagna negli ultimi 50 anni
25-36
105-107
Landuzzi A.
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