Indagine su una possibile differenza semantica dei lemmi: "spazio" e "luogo" nelle arti visive, e in particolare nella immagine prospettica e nella decorazione planare. Il contributo analizza alcune peculiarità della pitturadel XVII secolo in merito a problemi di illusione mimetica con particolare riferimento ad esempi spagnoli, inferendo la problematicità concettuali di talune soluzioni visuali. Al contempo si cerca di definire la diversa natura topologica dell'ornato planare, nela sua indecidibile immaterialità e nel suo farsi superficie. Il metodo che conduce l'articolo si orienta innovativamente in diverse direzioni, dalla etimologia, alla storia dell'arte propriamente detta, con riferimenti particolari su questioni solo all'apparenza circoscritte, alla psicologia dell'arte. Il tutto per dimostrare o asseverere, sulla scorta di quanto in parte indicato da grandi personalità del passato (Focillon) l'ipotesi di uno spazio generativo bidimensionale nella decorazione planare e della indecidibilità dello spazio prospettico, della impraticabilità della illusione del "quadro finestra" che pur seprme deve fare i conti con la propria materialità a prescindere dalla consapevole obliterazione del nostro livello di credulità; per far questo si è ricorsi agli studi psico-percettivi di Michael Kubovy e a quelli più storico-filologici di Steven Ostrow. Al di là dei vari pronunciamenti su spazio decorativo e spazio agito questo metodo si regge su diverse istanze, di tipo storiografico, di tipo interdisciplinare come chiaramente risulta.

Finzione e verità: spazi equivoci e luoghi decorativi.

Gian Luca Tusini
2020

Abstract

Indagine su una possibile differenza semantica dei lemmi: "spazio" e "luogo" nelle arti visive, e in particolare nella immagine prospettica e nella decorazione planare. Il contributo analizza alcune peculiarità della pitturadel XVII secolo in merito a problemi di illusione mimetica con particolare riferimento ad esempi spagnoli, inferendo la problematicità concettuali di talune soluzioni visuali. Al contempo si cerca di definire la diversa natura topologica dell'ornato planare, nela sua indecidibile immaterialità e nel suo farsi superficie. Il metodo che conduce l'articolo si orienta innovativamente in diverse direzioni, dalla etimologia, alla storia dell'arte propriamente detta, con riferimenti particolari su questioni solo all'apparenza circoscritte, alla psicologia dell'arte. Il tutto per dimostrare o asseverere, sulla scorta di quanto in parte indicato da grandi personalità del passato (Focillon) l'ipotesi di uno spazio generativo bidimensionale nella decorazione planare e della indecidibilità dello spazio prospettico, della impraticabilità della illusione del "quadro finestra" che pur seprme deve fare i conti con la propria materialità a prescindere dalla consapevole obliterazione del nostro livello di credulità; per far questo si è ricorsi agli studi psico-percettivi di Michael Kubovy e a quelli più storico-filologici di Steven Ostrow. Al di là dei vari pronunciamenti su spazio decorativo e spazio agito questo metodo si regge su diverse istanze, di tipo storiografico, di tipo interdisciplinare come chiaramente risulta.
2020
Lo spazio e i luoghi. Cultura materiale, storia religiosa, patrimonio.
63
93
Gian Luca Tusini
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