Nell’attuale società della conoscenza i media digitali sembrano incidere in maniera sempre più rilevante e pervasiva sui nostri processi cognitivi, emotivi, sociali, culturali, economici, politici all'interno dei diversi contesti dell'esperienza umana. Essi sono parte costitutiva e strutturale dell’odierna società postmediale, crossmedialmente presenti in maniera così immanente e convergente nei nostri contesti di vita da divenirne parte integrante, ambienti interconnessi con quelli reali, vere e proprie dimensioni dell’esistenza. Ciò è maggiormente vero se si considera la fascia adolescenziale, per cui la commistione delle due dimensioni esperienziali online e offline si fonde per diventare un onlife ibrido e multisfaccettato, che apre nuovi orizzonti di senso da studiare e inedite occasioni di ri -significazione e di qualificazione della propria formazione culturale e professionale sia in chiave individuale-riflessiva, sia in chiave sociale-partecipativa. Diversi sono stati gli approcci pedagogici - da quelli difensivo-protezionistici a quelli sociocostruttivistici a quelli basati sull’approccio ecosistemico - che si sono susseguiti integrandosi e meticciandosi tra loro, così come molteplici sono stati i documenti legislativi, le raccomandazioni degli organi europei e delle Nazioni Unite - dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia all’Agenda 2030 - che nel corso degli ultimi cinquant’anni si sono occupati del rapporto minori e media, delineando la struttura dell’attuale pedagogia critica mediale. Partendo dall’assunto secondo cui gli ambienti digitali possono rappresentare un ausilio per la realizzazione nell’adolescente di una partecipazione attiva, di una sua inclusione sociale, di una collaborazione con gli altri e di una sua creatività nel raggiungimento di obiettivi personali, sociali, professionali, l’acquisizione di competenze di cittadinanza digitale viene qui considerata indispensabile in vista di poter, da una parte assicurare, dall’altra promuovere il benessere fisico, psicologico e sociale garantendo una partecipazione attiva, informata, riflessiva e critica al proprio processo di apprendimento, alla vita sociale e politica nella prospettiva del lifelong learning. La progettazione di percorsi critici al digitale in vista dell ’acquisizione di competenze di cittadinanza digitale risulta funzionale all’appropriazione negli adolescenti, in quanto individui e parte della comunità, di nuovi alfabeti e strategie comunicative emancipative e di nuovi spazi inclusivi in cui abitare ed esperire il presente, in un’ottica di empowerment individuale, sociale, politico, guardando al futuro in una prospettiva - sempre più urgente - di sostenibilità.

Adolescenti e ambienti digitali tra protezione e promozione del benessere fisico, psicologico, sociale

Fabbri Manuela
2020

Abstract

Nell’attuale società della conoscenza i media digitali sembrano incidere in maniera sempre più rilevante e pervasiva sui nostri processi cognitivi, emotivi, sociali, culturali, economici, politici all'interno dei diversi contesti dell'esperienza umana. Essi sono parte costitutiva e strutturale dell’odierna società postmediale, crossmedialmente presenti in maniera così immanente e convergente nei nostri contesti di vita da divenirne parte integrante, ambienti interconnessi con quelli reali, vere e proprie dimensioni dell’esistenza. Ciò è maggiormente vero se si considera la fascia adolescenziale, per cui la commistione delle due dimensioni esperienziali online e offline si fonde per diventare un onlife ibrido e multisfaccettato, che apre nuovi orizzonti di senso da studiare e inedite occasioni di ri -significazione e di qualificazione della propria formazione culturale e professionale sia in chiave individuale-riflessiva, sia in chiave sociale-partecipativa. Diversi sono stati gli approcci pedagogici - da quelli difensivo-protezionistici a quelli sociocostruttivistici a quelli basati sull’approccio ecosistemico - che si sono susseguiti integrandosi e meticciandosi tra loro, così come molteplici sono stati i documenti legislativi, le raccomandazioni degli organi europei e delle Nazioni Unite - dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia all’Agenda 2030 - che nel corso degli ultimi cinquant’anni si sono occupati del rapporto minori e media, delineando la struttura dell’attuale pedagogia critica mediale. Partendo dall’assunto secondo cui gli ambienti digitali possono rappresentare un ausilio per la realizzazione nell’adolescente di una partecipazione attiva, di una sua inclusione sociale, di una collaborazione con gli altri e di una sua creatività nel raggiungimento di obiettivi personali, sociali, professionali, l’acquisizione di competenze di cittadinanza digitale viene qui considerata indispensabile in vista di poter, da una parte assicurare, dall’altra promuovere il benessere fisico, psicologico e sociale garantendo una partecipazione attiva, informata, riflessiva e critica al proprio processo di apprendimento, alla vita sociale e politica nella prospettiva del lifelong learning. La progettazione di percorsi critici al digitale in vista dell ’acquisizione di competenze di cittadinanza digitale risulta funzionale all’appropriazione negli adolescenti, in quanto individui e parte della comunità, di nuovi alfabeti e strategie comunicative emancipative e di nuovi spazi inclusivi in cui abitare ed esperire il presente, in un’ottica di empowerment individuale, sociale, politico, guardando al futuro in una prospettiva - sempre più urgente - di sostenibilità.
2020
30 anni dopo la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia. Quale pedagogia per i minori?
692
701
Fabbri Manuela
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/786316
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