I ritmi stagionali delle piante (emissione, sviluppo e caduta delle foglie, fioritura, fruttificazione), sono l’oggetto della scienza chiamata fitofenologia. Come è noto, le fasi di sviluppo (fenofasi) del ciclo vegetativo e riproduttivo, sono influenzate fortemente dalla temperatura ambientale: questo permette da un lato di effettuare previsioni fenologiche in base all’andamento meteo-climatico e dall’altro di usare le fenofasi delle specie più sensibili come sensori termici. Tra i fattori climatici, anche le precipitazioni (specialmente quelle nevose per la vegetazione di alta quota) possono influire sulle date di manifestazione delle fenofasi. Le variazioni dei ritmi stagionali delle piante in risposta al riscaldamento del clima (IPCC, 2007) sono ormai documentate da numerosi studi: una recente analisi (Menzel et al. 2006, Global Change Biology 12) basata su dati raccolti nell’ultimo trentennio del secolo scorso in 21 paesi d’Europa (per lo più dell’Europa centro-settentrionale) relativi a 542 specie di piante, ha dimostrato un significativo anticipo delle fenofasi primaverili (in media 2,5 giorni di anticipo per decennio) ed un generale allungamento della stagione vegetativa: inoltre sono state evidenziate correlazioni significative tra le date di comparsa delle fenofasi primaverili e le temperature medie dei mesi precedenti (da 1 a 4,5 giorni di anticipo per °C a seconda della specie, della fase e della regione). La meta-analisi sopra citata lascia però molte incertezze per quanto riguarda la situazione dell’Europa meridionale ed in particolare dell’Italia, che purtroppo non era stata inclusa nella ricerca, in quanto carente di serie continue di dati fenologici relativi al trentennio considerato. Tuttavia, in provincia di Bologna, alcune serie fenologiche da noi raccolte dalla fine degli anni ’70 ad oggi (Zanotti e Puppi 2003, Challenging times, Wageningen) possono costituire una buona base per esaminare il comportamento fenologico della vegetazione locale nel tempo. Si notano innanzitutto forti variazioni interannuali nelle date di comparsa delle fioriture, particolarmente accentuate in quelle invernali (oltre 1 mese); inoltre, nonostante l’elevata variabilità fenologica, anche nel territorio Bolognese è possibile evidenziare una tendenza all’anticipo (di entità paragonabile ai dati europei) delle fenofasi invernali e primaverili durante gli ultimi decenni. Le date di fioritura di varie specie mostrano significative correlazioni con la temperatura media dei mesi precedenti (da 5 a 3 giorni di anticipo per grado di temperatura) e risultati simili si osservano anche per la emissione delle foglie. Questi risultati possono già permettere di effettuare previsioni di massima in relazione ai possibili scenari di aumenti delle temperature anche nella nostra regione (Tomozeiu et al. 2007, Theor. Appl. Climatol. 90), tuttavia, per predire in dettaglio la risposta degli ecosistemi ai cambiamenti climatici, è necessario lo sviluppo di reti di monitoraggio e di modelli fenologici accurati, che tengano conto dei meccanismi fisiologici di risposta delle diverse specie ai fattori ambientali.

Risposta dei ritmi stagionali delle piante alle variazioni climatiche: alcuni esempi relativi al Bolognese / Puppi G.. - STAMPA. - (2009), pp. 7-14. (Intervento presentato al convegno Idem:Convegno organizzato da U.B.N. e Dip.B.E.S. tenutosi a Bologna nel 27 febbraio-1 marzo 2009).

Risposta dei ritmi stagionali delle piante alle variazioni climatiche: alcuni esempi relativi al Bolognese

PUPPI, GIOVANNA
2009

Abstract

I ritmi stagionali delle piante (emissione, sviluppo e caduta delle foglie, fioritura, fruttificazione), sono l’oggetto della scienza chiamata fitofenologia. Come è noto, le fasi di sviluppo (fenofasi) del ciclo vegetativo e riproduttivo, sono influenzate fortemente dalla temperatura ambientale: questo permette da un lato di effettuare previsioni fenologiche in base all’andamento meteo-climatico e dall’altro di usare le fenofasi delle specie più sensibili come sensori termici. Tra i fattori climatici, anche le precipitazioni (specialmente quelle nevose per la vegetazione di alta quota) possono influire sulle date di manifestazione delle fenofasi. Le variazioni dei ritmi stagionali delle piante in risposta al riscaldamento del clima (IPCC, 2007) sono ormai documentate da numerosi studi: una recente analisi (Menzel et al. 2006, Global Change Biology 12) basata su dati raccolti nell’ultimo trentennio del secolo scorso in 21 paesi d’Europa (per lo più dell’Europa centro-settentrionale) relativi a 542 specie di piante, ha dimostrato un significativo anticipo delle fenofasi primaverili (in media 2,5 giorni di anticipo per decennio) ed un generale allungamento della stagione vegetativa: inoltre sono state evidenziate correlazioni significative tra le date di comparsa delle fenofasi primaverili e le temperature medie dei mesi precedenti (da 1 a 4,5 giorni di anticipo per °C a seconda della specie, della fase e della regione). La meta-analisi sopra citata lascia però molte incertezze per quanto riguarda la situazione dell’Europa meridionale ed in particolare dell’Italia, che purtroppo non era stata inclusa nella ricerca, in quanto carente di serie continue di dati fenologici relativi al trentennio considerato. Tuttavia, in provincia di Bologna, alcune serie fenologiche da noi raccolte dalla fine degli anni ’70 ad oggi (Zanotti e Puppi 2003, Challenging times, Wageningen) possono costituire una buona base per esaminare il comportamento fenologico della vegetazione locale nel tempo. Si notano innanzitutto forti variazioni interannuali nelle date di comparsa delle fioriture, particolarmente accentuate in quelle invernali (oltre 1 mese); inoltre, nonostante l’elevata variabilità fenologica, anche nel territorio Bolognese è possibile evidenziare una tendenza all’anticipo (di entità paragonabile ai dati europei) delle fenofasi invernali e primaverili durante gli ultimi decenni. Le date di fioritura di varie specie mostrano significative correlazioni con la temperatura media dei mesi precedenti (da 5 a 3 giorni di anticipo per grado di temperatura) e risultati simili si osservano anche per la emissione delle foglie. Questi risultati possono già permettere di effettuare previsioni di massima in relazione ai possibili scenari di aumenti delle temperature anche nella nostra regione (Tomozeiu et al. 2007, Theor. Appl. Climatol. 90), tuttavia, per predire in dettaglio la risposta degli ecosistemi ai cambiamenti climatici, è necessario lo sviluppo di reti di monitoraggio e di modelli fenologici accurati, che tengano conto dei meccanismi fisiologici di risposta delle diverse specie ai fattori ambientali.
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Le trasformazioni dell'Ambiente Appenninico in Emilia-Romagna negli ultimi 50 anni
7
14
Risposta dei ritmi stagionali delle piante alle variazioni climatiche: alcuni esempi relativi al Bolognese / Puppi G.. - STAMPA. - (2009), pp. 7-14. (Intervento presentato al convegno Idem:Convegno organizzato da U.B.N. e Dip.B.E.S. tenutosi a Bologna nel 27 febbraio-1 marzo 2009).
Puppi G.
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