Dopo un’ampia premessa sulle diverse alessandreidi presenti nella letteratura persiana medievale, l’articolo si concentra su automi e macchine da guerra descritti da vari autori. Nella prima parte si analizza un episodio relativo alla costruzione e all’uso in battaglia di una particolare macchina da guerra costruita da Alessandro, una armata di cavalli di metallo arroventato, che doveva affrontare l’esercito del re indiano Poro e che ha significativi precedenti nel romanzo dello Pseudo-Callistene. L’episodio è presente in diverse alessandreidi scritte in persiano tra il X e il XIV secolo d.C.: il libro di Alessandro contenuto nel "Libro dei Re" (Shāh-nāmeh) di Ferdowsi, il "Libro di Dārāb" (Dārāb-nāmeh), attribuito a Tarsusi, e un Eskandar-nāmeh in prosa copiato da certo ʿAbd al-Kāfi ibn Abu al-Barakāt. Vengono poi esaminati analoghi episodi in una versione armena del V secolo e in una siriaca del VI secolo in un’ottica comparativa. Nella seconda parte, l’articolo si sofferma su un passo dell’ Eskandar-nāmeh di Neẓāmi (XIII sec.), che non ha precedenti nelle fonti greche, ove si descrive un curioso automa di cui si serve Alessandro durante la sua spedizione in Oriente, in particolare per uscire con la sua nave indenne da pericolosi gorghi marini. Tale automa costruito con rame fuso su indicazioni del grande mago-filosofo Apollonio di Tiana viene definito con il termine “talismano” (ṭelesm), che gli aggiunge un’aura vagamente magico-soprannaturale e che il greco sovrano non esita a indicare come “un segno della potenza divina”.

Automi e macchine da guerra negli "Eskandar-nāmeh" (Libri di Alessandro) redatti nel medioevo persiano

Nahid Norozi
2019

Abstract

Dopo un’ampia premessa sulle diverse alessandreidi presenti nella letteratura persiana medievale, l’articolo si concentra su automi e macchine da guerra descritti da vari autori. Nella prima parte si analizza un episodio relativo alla costruzione e all’uso in battaglia di una particolare macchina da guerra costruita da Alessandro, una armata di cavalli di metallo arroventato, che doveva affrontare l’esercito del re indiano Poro e che ha significativi precedenti nel romanzo dello Pseudo-Callistene. L’episodio è presente in diverse alessandreidi scritte in persiano tra il X e il XIV secolo d.C.: il libro di Alessandro contenuto nel "Libro dei Re" (Shāh-nāmeh) di Ferdowsi, il "Libro di Dārāb" (Dārāb-nāmeh), attribuito a Tarsusi, e un Eskandar-nāmeh in prosa copiato da certo ʿAbd al-Kāfi ibn Abu al-Barakāt. Vengono poi esaminati analoghi episodi in una versione armena del V secolo e in una siriaca del VI secolo in un’ottica comparativa. Nella seconda parte, l’articolo si sofferma su un passo dell’ Eskandar-nāmeh di Neẓāmi (XIII sec.), che non ha precedenti nelle fonti greche, ove si descrive un curioso automa di cui si serve Alessandro durante la sua spedizione in Oriente, in particolare per uscire con la sua nave indenne da pericolosi gorghi marini. Tale automa costruito con rame fuso su indicazioni del grande mago-filosofo Apollonio di Tiana viene definito con il termine “talismano” (ṭelesm), che gli aggiunge un’aura vagamente magico-soprannaturale e che il greco sovrano non esita a indicare come “un segno della potenza divina”.
2019
Nahid Norozi
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