La pubblicazione presenta la traduzione del testo di Moratín, un lungo e approfondito studio introduttivo e un apparato critico di note al testo e alla traduzione. Il libro, inoltre, risultato di un’ampia ricerca sul drammaturgo e sul teatro settecentesco, ha anche una funzione didattica poiché presenta la traduzione con il testo originale a fronte. La comedia nueva (1792), pur essendo una delle opere teatrali più conosciute di Moratín (e presente nei cataloghi di varie case editrici spagnole, anche molto prestigiose) non aveva traduzioni recenti in italiano, tantomeno edizioni curate. Due sono le traduzioni conosciute. Quella di Pietro Napoli Signorelli del 1795, vivente l’autore; e quella di Joaquín Muñoz realizzata nel 1830 a Bologna, due anni dopo la scomparsa dell’autore, e mai pubblicata (testo manoscritto conservato presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna). La traduzione. La lingua impiegata da Moratín imita grosso modo quella usata nella Madrid di fine Settecento, non vi sono investimenti retorici, né particolari elaborazioni e la sintassi è volutamente essenziale, se non addirittura scarna. La semplicità, corroborata anche dall’uso della prosa, l’immediatezza e la brillantezza sono i tratti che maggiormente colpiscono anche il lettore contemporaneo. Ma non si tratta di una trasposizione realistica della parlata dell’epoca, il testo dell’autore ne è piuttosto un’interpretazione, non una copia. Quella di Moratín, dunque, è una “semplicità raffinata” elaborata con molta cura. I criteri con cui è stata svolta la traduzione sono orientati a restituire il più possibile questo effetto di semplicità, di colloquialità e di brillantezza, senza dimenticare l’eleganza della prosa del drammaturgo. Ma le difficoltà maggiori di una traduzione di un testo appartenente ad un’epoca del passato, come sempre avviene, si rivelano nello scarto temporale e quindi nella differenza del contesto comunicativo, quello attuale e quello di fine ‘700. La sfida di questa traduzione è stata quella di riuscire a trovare un equilibrio in maniera tale da restituire al lettore attuale l’idea di un’opera settecentesca che sia, però, allo stesso tempo efficace, comprensibile e godibile anche oggi. Lo studio introduttivo. Sono stati indagati e messi in rilievo i seguenti aspetti. Le caratteristiche dell’Illuminismo e del Neoclassicismo e le sue applicazioni in ambito spagnolo di fine Settecento. I tratti salienti della vita di Moratín in base anche al contesto storico della sua epoca: l’influenza del padre Nicolás, i viaggi, le amicizie, il ruolo di afrancesado, l’esilio. Le opere teatrali di Moratín, la funzione educativa del teatro, l’impegno dell’autore per il rinnovamento del teatro spagnolo, la polemica tra tradizionalisti e neoclassicisti, le coincidenze tra Illuminismo e Neoclassicismo, le censure e i successi. L’analisi de La commedia nuova: il carattere metateatrale, la semplicità neoclassica e il rispetto delle tre unità, gli spazi, la prosa e la lingua utilizzata, il fine morale e sociale, la costituzione di un nuovo genere teatrale, la critica agli eruditi pedanti legati ancora alla scolastica (come Don Ermogene) e agli autori improvvisati che pretendono di scrivere testi senza alcun criterio e senza basi artistiche e morali (come Don Eleuterio), la caratterizzazione dei personaggi, l’ironia, gli spunti comici e la brillantezza, il ruolo della donna nella società del tempo (come raffigurato da Donna Agustina e da Donna Mariquita), i principi illuministici europei che sono rappresentati da Don Antonio e da Don Pedro, vero portavoce, quest'ultimo, delle idee dell’autore.

La commedia nuova

Luigi Contadini
2020

Abstract

La pubblicazione presenta la traduzione del testo di Moratín, un lungo e approfondito studio introduttivo e un apparato critico di note al testo e alla traduzione. Il libro, inoltre, risultato di un’ampia ricerca sul drammaturgo e sul teatro settecentesco, ha anche una funzione didattica poiché presenta la traduzione con il testo originale a fronte. La comedia nueva (1792), pur essendo una delle opere teatrali più conosciute di Moratín (e presente nei cataloghi di varie case editrici spagnole, anche molto prestigiose) non aveva traduzioni recenti in italiano, tantomeno edizioni curate. Due sono le traduzioni conosciute. Quella di Pietro Napoli Signorelli del 1795, vivente l’autore; e quella di Joaquín Muñoz realizzata nel 1830 a Bologna, due anni dopo la scomparsa dell’autore, e mai pubblicata (testo manoscritto conservato presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna). La traduzione. La lingua impiegata da Moratín imita grosso modo quella usata nella Madrid di fine Settecento, non vi sono investimenti retorici, né particolari elaborazioni e la sintassi è volutamente essenziale, se non addirittura scarna. La semplicità, corroborata anche dall’uso della prosa, l’immediatezza e la brillantezza sono i tratti che maggiormente colpiscono anche il lettore contemporaneo. Ma non si tratta di una trasposizione realistica della parlata dell’epoca, il testo dell’autore ne è piuttosto un’interpretazione, non una copia. Quella di Moratín, dunque, è una “semplicità raffinata” elaborata con molta cura. I criteri con cui è stata svolta la traduzione sono orientati a restituire il più possibile questo effetto di semplicità, di colloquialità e di brillantezza, senza dimenticare l’eleganza della prosa del drammaturgo. Ma le difficoltà maggiori di una traduzione di un testo appartenente ad un’epoca del passato, come sempre avviene, si rivelano nello scarto temporale e quindi nella differenza del contesto comunicativo, quello attuale e quello di fine ‘700. La sfida di questa traduzione è stata quella di riuscire a trovare un equilibrio in maniera tale da restituire al lettore attuale l’idea di un’opera settecentesca che sia, però, allo stesso tempo efficace, comprensibile e godibile anche oggi. Lo studio introduttivo. Sono stati indagati e messi in rilievo i seguenti aspetti. Le caratteristiche dell’Illuminismo e del Neoclassicismo e le sue applicazioni in ambito spagnolo di fine Settecento. I tratti salienti della vita di Moratín in base anche al contesto storico della sua epoca: l’influenza del padre Nicolás, i viaggi, le amicizie, il ruolo di afrancesado, l’esilio. Le opere teatrali di Moratín, la funzione educativa del teatro, l’impegno dell’autore per il rinnovamento del teatro spagnolo, la polemica tra tradizionalisti e neoclassicisti, le coincidenze tra Illuminismo e Neoclassicismo, le censure e i successi. L’analisi de La commedia nuova: il carattere metateatrale, la semplicità neoclassica e il rispetto delle tre unità, gli spazi, la prosa e la lingua utilizzata, il fine morale e sociale, la costituzione di un nuovo genere teatrale, la critica agli eruditi pedanti legati ancora alla scolastica (come Don Ermogene) e agli autori improvvisati che pretendono di scrivere testi senza alcun criterio e senza basi artistiche e morali (come Don Eleuterio), la caratterizzazione dei personaggi, l’ironia, gli spunti comici e la brillantezza, il ruolo della donna nella società del tempo (come raffigurato da Donna Agustina e da Donna Mariquita), i principi illuministici europei che sono rappresentati da Don Antonio e da Don Pedro, vero portavoce, quest'ultimo, delle idee dell’autore.
2020
9788832901221
Leandro Fernández de Moratín
La comedia nueva
Luigi Contadini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/765187
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