Espressione di un Paese ormai in procinto di vivere il proprio miracolo economico, il Festival Internazionale del Balletto di Nervi e il Festival dei Due Mondi di Spoleto – nati rispettivamente nel 1955 e nel 1958 – assumono due posizioni diverse ma ugualmente importanti nel panorama italiano della danza, che ne ricava aperture internazionali e respiro artistico. Il volume tratteggia le politiche culturali che danno forma a queste due manifestazioni tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta interrogandone l’impostazione complessiva, le forme di auto-narrazione e i criteri di composizione dei programmi, al contempo riflettendo sul tipo di accoglienza riservata agli artisti, specie quando provenienti dall’estero. Collocata nello scenario globale della Guerra fredda, la trattazione prende le mosse dalla dimensione organizzativa dell’evento-festival per poi aprirsi a questioni di più ampia portata nella storia (non solo italiana) della danza del Novecento: il nodo fra rappresentazione e politicizzazione delle identità nazionali, gli usi strumentali del concetto di “classico”, la sofferta rivendicazione di una italianità della danza del secolo scorso.

Festivaliana. Festival, culture e politiche di danza al tempo del 'miracolo italiano'

Giulia Taddeo
2020

Abstract

Espressione di un Paese ormai in procinto di vivere il proprio miracolo economico, il Festival Internazionale del Balletto di Nervi e il Festival dei Due Mondi di Spoleto – nati rispettivamente nel 1955 e nel 1958 – assumono due posizioni diverse ma ugualmente importanti nel panorama italiano della danza, che ne ricava aperture internazionali e respiro artistico. Il volume tratteggia le politiche culturali che danno forma a queste due manifestazioni tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta interrogandone l’impostazione complessiva, le forme di auto-narrazione e i criteri di composizione dei programmi, al contempo riflettendo sul tipo di accoglienza riservata agli artisti, specie quando provenienti dall’estero. Collocata nello scenario globale della Guerra fredda, la trattazione prende le mosse dalla dimensione organizzativa dell’evento-festival per poi aprirsi a questioni di più ampia portata nella storia (non solo italiana) della danza del Novecento: il nodo fra rappresentazione e politicizzazione delle identità nazionali, gli usi strumentali del concetto di “classico”, la sofferta rivendicazione di una italianità della danza del secolo scorso.
2020
233
9788866803379
Giulia Taddeo
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