Nel saggio è analizzata la struttura modale di un gruppo di installazioni sonore create a partire dalla fine degli anni Sessanta, che si rifanno a un modello simile. Tali opere, cui capostipite è la Dream House di La Monte Young, sono per lo più attribuibili al panorama culturale del cosiddetto “minimalismo” americano. Sono composte da una ridotta quantità di materiale, adoperano tecniche di sintesi e diffusione semplici, lavorano sovente sull’elaborazione di principi acustici elementari, nonché sull’amplificazione di effetti psicoacustici e sono basate su tecniche di privazione sensoriale. Si osserverà come nel panorama coevo delle installazioni sonore il gruppo di opere qui analizzate costituisca una novità e un in- sieme conchiuso, dotato di caratteristiche comuni, che lo differenziano rispetto alla produzione precedente e a quella coeva legate ad altri ambienti culturali, ad altri stili. Si metterà in luce come le caratteristiche peculiari della struttura modale di tali opere siano la multimodalità e l’immersione: la manipolazione non-mediata della percezione del fruitore, che viene qui intesa non come la somma dei diversi modi, ma come l’interazione di essi. Tali proprietà, a ben vedere, caratterizzano la produzio- ne minimalista e post-minimalista e sono sfruttate anche in generi diversi da quello installativo, come la virtual art e la musica da film.

Multimodalità e Immersione: verso una rilettura del minimalismo attraverso la storia delle installazioni sonore

Albert G
2012

Abstract

Nel saggio è analizzata la struttura modale di un gruppo di installazioni sonore create a partire dalla fine degli anni Sessanta, che si rifanno a un modello simile. Tali opere, cui capostipite è la Dream House di La Monte Young, sono per lo più attribuibili al panorama culturale del cosiddetto “minimalismo” americano. Sono composte da una ridotta quantità di materiale, adoperano tecniche di sintesi e diffusione semplici, lavorano sovente sull’elaborazione di principi acustici elementari, nonché sull’amplificazione di effetti psicoacustici e sono basate su tecniche di privazione sensoriale. Si osserverà come nel panorama coevo delle installazioni sonore il gruppo di opere qui analizzate costituisca una novità e un in- sieme conchiuso, dotato di caratteristiche comuni, che lo differenziano rispetto alla produzione precedente e a quella coeva legate ad altri ambienti culturali, ad altri stili. Si metterà in luce come le caratteristiche peculiari della struttura modale di tali opere siano la multimodalità e l’immersione: la manipolazione non-mediata della percezione del fruitore, che viene qui intesa non come la somma dei diversi modi, ma come l’interazione di essi. Tali proprietà, a ben vedere, caratterizzano la produzio- ne minimalista e post-minimalista e sono sfruttate anche in generi diversi da quello installativo, come la virtual art e la musica da film.
2012
SINESTESIE SONORE / SONIC SYNESTHESIA. XIX Colloquio di Informatica Musicale/ 19th Colloquium on Music Informatics
128
135
Albert G
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