L’articolo esamina dal punto di vista iconografico e stilistico la decorazione pittorica della cosiddetta sala della Creazione, situata all’interno di quella che fu la residenza bolognese del cardinale Giovanni Poggi. Il piccolo ambiente, attualmente parte integrante della Biblioteca Universitaria di Bologna, presenta un soffitto in legno dipinto decorato con motivi grottesca, ove trova posto la raffigurazione di tre delle sei giornate necessarie alla Creazione dell’uomo narrate dal Libro della Genesi, affiancate da altre figure antropomorfe, con le quali si pongono in relazione iconologica. La storia prosegue sulle pareti, dove trova posto un fregio diviso in nove scomparti, all’interno dei quali si snodano, in successione, le vicende di Adamo ed Eva, di Caino e Abele, di Tobia; è l’Antico Testamento, pertanto, la fonte principale di ispirazione per gli artisti che qui lavorarono fra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 del XVI secolo, probabilmente afferenti alla bottega di Cesare Baglione, instancabile freschista che nella città felsinea dettò una propria koinè decorativa negli anni cruciali che precedettero l’avvento dei Carracci.

La sala della Creazione in Palazzo Poggi: nuove proposte

Giulia Brusori
2019

Abstract

L’articolo esamina dal punto di vista iconografico e stilistico la decorazione pittorica della cosiddetta sala della Creazione, situata all’interno di quella che fu la residenza bolognese del cardinale Giovanni Poggi. Il piccolo ambiente, attualmente parte integrante della Biblioteca Universitaria di Bologna, presenta un soffitto in legno dipinto decorato con motivi grottesca, ove trova posto la raffigurazione di tre delle sei giornate necessarie alla Creazione dell’uomo narrate dal Libro della Genesi, affiancate da altre figure antropomorfe, con le quali si pongono in relazione iconologica. La storia prosegue sulle pareti, dove trova posto un fregio diviso in nove scomparti, all’interno dei quali si snodano, in successione, le vicende di Adamo ed Eva, di Caino e Abele, di Tobia; è l’Antico Testamento, pertanto, la fonte principale di ispirazione per gli artisti che qui lavorarono fra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 del XVI secolo, probabilmente afferenti alla bottega di Cesare Baglione, instancabile freschista che nella città felsinea dettò una propria koinè decorativa negli anni cruciali che precedettero l’avvento dei Carracci.
2019
Giulia Brusori
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/736371
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