Introduzione Due recenti metanalisi (Duaso, 2014; Duaso, 2016) hanno dimostrato che lo status di fumatore dei professionisti sanitari influenza negativamente l’approccio nel consigliare la cessazione del fumo. Altre evidenze di letteratura indicano che una quota di medici ritiene che la promozione della cessazione del fumo richieda troppo tempo e sia inefficace (Vogt, 2005). Secondo i dati della sorveglianza condotta dall’Istituto Superiore di Sanità italiano (PASSI, 2018) solo il 51,4% dei fumatori dichiara di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da un medico o da un operatore sanitario. Nell’ambito dei progetti di promozione della salute sostenuti dall’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) di San Marino, il presente studio vuole indagare le abitudini tabagiche dei suoi professionisti sanitari. Materiali e metodi È stata condotta una survey rivolta ai dipendenti dell’ISS San Marino mediante la distribuzione di un questionario cartaceo auto-somministrato, costituito da una parte iniziale contenente le informazioni anagrafiche e da cinque domini: abitudine al fumo, cessazione del fumo, valutazione dei percorsi anti-fumo, opinione circa la presa in carico dei fumatori, opinione sulla validità dei metodi di disassuefazione tabagica. Risultati Sono stati distribuiti circa 1.000 questionari a medici, infermieri e personale tecnico/amministrativo dell’ISS e sono state raccolte le risposte di 352 dipendenti. I partecipanti al questionario hanno un’età media di 45,3 anni e sono per il 72,6% femmine. Il 55,9% dichiara di non aver mai fumato (NF), il 23,3% fuma attualmente (F) ed il 21,3% è ex-fumatore (EF). L’abitudine tabagica presenta differenze significative tra i due generi per quanto riguarda lo stato di NF (57,9% donne, 50% uomini) e lo stato di EF (19% donne, 26,6% uomini); praticamente identica inveca la quota di fumatori nei due generi: 23,1% tra le donne e 23,4% tra gli uomini. L’83,8% dei fumatori ha dichiarato di aver pensato di smettere di fumare e il 53,7% di questi prenderebbe in considerazione un percorso presso un Centro Antifumo (CA). Alla domanda “Pensa che valga la pena impiegare tempo e risorse nel trattamento del fumatore?” hanno risposto 324 partecipanti. La maggior parte ha risposto “Sempre” (media tra i gruppi 79,6%; NF 82,3%; F 70%; EX 84,1%). Per quanto riguarda la domanda “Secondo lei quali metodi potrebbero essere efficaci per smettere di fumare?” hanno risposto in 343: “Breve colloquio motivazionale individuale” è il metodo che ha ricevuto il maggior numero di risposte positive (63,4%), seguito da “Eventi formativi” (62,4%), “Terapie di gruppo” (62,1%), “Terapia farmacologica” (42%) ed infine “Multe e sanzioni” (38,4%). Conclusioni Evidenze in letteratura (DoH, 2009) mostrano che la popolazione tende ad accettare meno favorevolmente le indicazioni di professionisti sanitari che non seguono un corretto stile di vita. Dal momento che circa un quarto dei dipendenti dell’ISS attualmente fuma e che la maggior parte di questi ha pensato di smettere di fumare, potrebbe essere utile attuare un programma di cessazione tabagica rivolto ai dipendenti; questo permetterebbe di migliorare il loro stato di salute e li renderebbe un veicolo più efficace di educazione ai corretti stili di vita. Uno strumento utile potrebbe essere la creazione di un Centro Antifumo dove implementare i metodi di cessazione tabagica che sono stati valutati come i maggiormente efficaci dai dipendenti intervistati, in cui prendere in carico anche i cittadini e i pazienti con patologie croniche motivati a smettere di fumare.

“Smettere di fumare: perché non cominci Tu?” Survey sul fumo di tabacco dei dipendenti dell’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino

D. Pianori;E. Boetto;R. Messina;F. Rallo;C. Reno;R. Ridolfi;M. P. Fantini
2019

Abstract

Introduzione Due recenti metanalisi (Duaso, 2014; Duaso, 2016) hanno dimostrato che lo status di fumatore dei professionisti sanitari influenza negativamente l’approccio nel consigliare la cessazione del fumo. Altre evidenze di letteratura indicano che una quota di medici ritiene che la promozione della cessazione del fumo richieda troppo tempo e sia inefficace (Vogt, 2005). Secondo i dati della sorveglianza condotta dall’Istituto Superiore di Sanità italiano (PASSI, 2018) solo il 51,4% dei fumatori dichiara di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da un medico o da un operatore sanitario. Nell’ambito dei progetti di promozione della salute sostenuti dall’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) di San Marino, il presente studio vuole indagare le abitudini tabagiche dei suoi professionisti sanitari. Materiali e metodi È stata condotta una survey rivolta ai dipendenti dell’ISS San Marino mediante la distribuzione di un questionario cartaceo auto-somministrato, costituito da una parte iniziale contenente le informazioni anagrafiche e da cinque domini: abitudine al fumo, cessazione del fumo, valutazione dei percorsi anti-fumo, opinione circa la presa in carico dei fumatori, opinione sulla validità dei metodi di disassuefazione tabagica. Risultati Sono stati distribuiti circa 1.000 questionari a medici, infermieri e personale tecnico/amministrativo dell’ISS e sono state raccolte le risposte di 352 dipendenti. I partecipanti al questionario hanno un’età media di 45,3 anni e sono per il 72,6% femmine. Il 55,9% dichiara di non aver mai fumato (NF), il 23,3% fuma attualmente (F) ed il 21,3% è ex-fumatore (EF). L’abitudine tabagica presenta differenze significative tra i due generi per quanto riguarda lo stato di NF (57,9% donne, 50% uomini) e lo stato di EF (19% donne, 26,6% uomini); praticamente identica inveca la quota di fumatori nei due generi: 23,1% tra le donne e 23,4% tra gli uomini. L’83,8% dei fumatori ha dichiarato di aver pensato di smettere di fumare e il 53,7% di questi prenderebbe in considerazione un percorso presso un Centro Antifumo (CA). Alla domanda “Pensa che valga la pena impiegare tempo e risorse nel trattamento del fumatore?” hanno risposto 324 partecipanti. La maggior parte ha risposto “Sempre” (media tra i gruppi 79,6%; NF 82,3%; F 70%; EX 84,1%). Per quanto riguarda la domanda “Secondo lei quali metodi potrebbero essere efficaci per smettere di fumare?” hanno risposto in 343: “Breve colloquio motivazionale individuale” è il metodo che ha ricevuto il maggior numero di risposte positive (63,4%), seguito da “Eventi formativi” (62,4%), “Terapie di gruppo” (62,1%), “Terapia farmacologica” (42%) ed infine “Multe e sanzioni” (38,4%). Conclusioni Evidenze in letteratura (DoH, 2009) mostrano che la popolazione tende ad accettare meno favorevolmente le indicazioni di professionisti sanitari che non seguono un corretto stile di vita. Dal momento che circa un quarto dei dipendenti dell’ISS attualmente fuma e che la maggior parte di questi ha pensato di smettere di fumare, potrebbe essere utile attuare un programma di cessazione tabagica rivolto ai dipendenti; questo permetterebbe di migliorare il loro stato di salute e li renderebbe un veicolo più efficace di educazione ai corretti stili di vita. Uno strumento utile potrebbe essere la creazione di un Centro Antifumo dove implementare i metodi di cessazione tabagica che sono stati valutati come i maggiormente efficaci dai dipendenti intervistati, in cui prendere in carico anche i cittadini e i pazienti con patologie croniche motivati a smettere di fumare.
2019
M. Morini, D. Pianori, E. Boetto, G. Gherardi, R. Messina, F. Rallo, C. Reno, R. Ridolfi, V. Conti, E. Rossi, G. Miano, M.P. Fantini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/735651
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