La realizzazione dei grandi complessi residenziali ha segnato la trasformazione della città moderna, a partire dalla necessità concreta di dare una soluzione al problema della casa, passando dalla sperimentazione formale e sociale di nuovi modelli comunitari, per giungere alla definizione programmatica dell’alloggio collettivo come infrastruttura. Il grande edificio ha rappresentato il condensato di una ideologia riformatrice della società, un tentativo di distillare nella forma costruita una concezione egualitaria, sarebbe meglio dire egualitarista, della costruzione urbana: uno spazio scevro da gerarchie e allo stesso tempo in grado di suscitare promiscuità funzionale e sociale attraverso la prossimità degli individui e la intenzionale sovrapposizione di programmi. Non a caso i primi esempi progettati e realizzati nel periodo immediatamente successivo alla Rivoluzione di Ottobre furono investiti di un ruolo formativo, dovendo agire contemporaneamente da prefigurazione del futuro e da modello educativo in grado di “dare forma” alla società. Ginzburg afferma in proposito che lo scopo essenziale del lavoro dell’architetto costruttivista dovrebbe essere la creazione di condensatori sociali. La crisi del modello residenziale collettivo è stata prima di tutto crisi della società e dell’ideologia a esso ascrivibili. Tuttavia essa è anche conseguenza, in modo più pratico e se vogliamo banale, di strategie di attuazione che si sono rivelate tanto estensive in termini numerici, quanto riduttive nell’applicazione dei suoi principi ideali di densità relazionale e condivisione comunitaria.

SUPERVIVIENDAS. 9 casi studio + 9 proposte progettuali per il Centro Urbano Antonio Narino a Bogotá

Annalisa Trentin
Writing – Original Draft Preparation
2019

Abstract

La realizzazione dei grandi complessi residenziali ha segnato la trasformazione della città moderna, a partire dalla necessità concreta di dare una soluzione al problema della casa, passando dalla sperimentazione formale e sociale di nuovi modelli comunitari, per giungere alla definizione programmatica dell’alloggio collettivo come infrastruttura. Il grande edificio ha rappresentato il condensato di una ideologia riformatrice della società, un tentativo di distillare nella forma costruita una concezione egualitaria, sarebbe meglio dire egualitarista, della costruzione urbana: uno spazio scevro da gerarchie e allo stesso tempo in grado di suscitare promiscuità funzionale e sociale attraverso la prossimità degli individui e la intenzionale sovrapposizione di programmi. Non a caso i primi esempi progettati e realizzati nel periodo immediatamente successivo alla Rivoluzione di Ottobre furono investiti di un ruolo formativo, dovendo agire contemporaneamente da prefigurazione del futuro e da modello educativo in grado di “dare forma” alla società. Ginzburg afferma in proposito che lo scopo essenziale del lavoro dell’architetto costruttivista dovrebbe essere la creazione di condensatori sociali. La crisi del modello residenziale collettivo è stata prima di tutto crisi della società e dell’ideologia a esso ascrivibili. Tuttavia essa è anche conseguenza, in modo più pratico e se vogliamo banale, di strategie di attuazione che si sono rivelate tanto estensive in termini numerici, quanto riduttive nell’applicazione dei suoi principi ideali di densità relazionale e condivisione comunitaria.
2019
224
978-88-943159-2-9
Annalisa Trentin
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