Numerosi studi sperimentali suggeriscono un ruolo chemiopreventivo della vitamina E (VE) nei confronti di numerose patologie tumorali incluso il cancro alla prostata (CA). Tuttavia, le evidenze epidemiologiche più recenti non confermano tale ipotesi, e lo studio clinico SELECT ha addirittura evidenziato un aumento dell’incidenza di CA alla prostata in pazienti sani al momento dell’arruolamento, ai quali era stata somministrata VE giornalmente alla dose di 400 UI/die. Essendo noto in letteratura come alcune isoforme del citocromo P450 (CYP) siano sovra espresse in lesioni prostatiche maligne, e che la VE, agisca come induttore del CYP in alcuni tessuti, abbiamo ipotizzato che l’aumento dell’incidenza di CA possa coinvolgere un meccanismo co-cancerogenico legato all’induzione CYP. L’esposizione a VE produce una marcata induzione del CYP in cellule epiteliali di prostata RWPE-1, incluse le isoforme responsabili dell’attivazione degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), accompagnata da un significativo aumento delle specie reattive dell’ossigeno (ROS). Inoltre, il pathway pro-infiammatorio COX-2-dipendente risulta incrementato, caratteristica che si osserva in diverse forme tumorali incluso quelle che interessano la prostata. Il fenomeno è stato confermato nel modello animale; è stato osservato un aumento delle monoossigenasi e dell’espressione genica di alcune isoforme CYP a livello prostatico unito a una maggiore concentrazione di ROS, in linea con marcatori di danno ossidativo a livello proteico e lipidico, nella prostata di ratto. L’esposizione di cellule IMR90 a VE ha evidenziato un effetto genotossico riportando un’aumentata frequenza dei micronuclei (MN). Il potenziale co-cancerogeno di VE è stato poi confermato dallo studio della trasformazione cellulare mediate l’uso di cellule BALB/c 3T3. Cellule pre-incubate con VE e successivamente esposte a benzo[a]pirene mostrano un significativo incremento della frequenza di trasformazione rispetto a quello senza della vitamina. Il presente studio dimostra come la VE possa, in determinate condizioni, agire come co-cancerogeno tramite un meccanismo CYP-dipendente, causando danno al DNA e promovendo la trasformazione cellulare.

Effetti co-cancerogeni della vitamina E a livello prostatico

Vivarelli F
Writing – Original Draft Preparation
;
Canistro D
Supervision
;
Cirillo S
Writing – Original Draft Preparation
;
Papi A;Spisni E;Franchi P;Lucarini M;Lorenzini A;Marchionni S;Paolini M.
Supervision
2020

Abstract

Numerosi studi sperimentali suggeriscono un ruolo chemiopreventivo della vitamina E (VE) nei confronti di numerose patologie tumorali incluso il cancro alla prostata (CA). Tuttavia, le evidenze epidemiologiche più recenti non confermano tale ipotesi, e lo studio clinico SELECT ha addirittura evidenziato un aumento dell’incidenza di CA alla prostata in pazienti sani al momento dell’arruolamento, ai quali era stata somministrata VE giornalmente alla dose di 400 UI/die. Essendo noto in letteratura come alcune isoforme del citocromo P450 (CYP) siano sovra espresse in lesioni prostatiche maligne, e che la VE, agisca come induttore del CYP in alcuni tessuti, abbiamo ipotizzato che l’aumento dell’incidenza di CA possa coinvolgere un meccanismo co-cancerogenico legato all’induzione CYP. L’esposizione a VE produce una marcata induzione del CYP in cellule epiteliali di prostata RWPE-1, incluse le isoforme responsabili dell’attivazione degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), accompagnata da un significativo aumento delle specie reattive dell’ossigeno (ROS). Inoltre, il pathway pro-infiammatorio COX-2-dipendente risulta incrementato, caratteristica che si osserva in diverse forme tumorali incluso quelle che interessano la prostata. Il fenomeno è stato confermato nel modello animale; è stato osservato un aumento delle monoossigenasi e dell’espressione genica di alcune isoforme CYP a livello prostatico unito a una maggiore concentrazione di ROS, in linea con marcatori di danno ossidativo a livello proteico e lipidico, nella prostata di ratto. L’esposizione di cellule IMR90 a VE ha evidenziato un effetto genotossico riportando un’aumentata frequenza dei micronuclei (MN). Il potenziale co-cancerogeno di VE è stato poi confermato dallo studio della trasformazione cellulare mediate l’uso di cellule BALB/c 3T3. Cellule pre-incubate con VE e successivamente esposte a benzo[a]pirene mostrano un significativo incremento della frequenza di trasformazione rispetto a quello senza della vitamina. Il presente studio dimostra come la VE possa, in determinate condizioni, agire come co-cancerogeno tramite un meccanismo CYP-dipendente, causando danno al DNA e promovendo la trasformazione cellulare.
2020
N/A
N/A
N/A
Vivarelli F, Canistro D, Cirillo S, Papi A, Spisni E, Vornoli A, Della Croce MC, Franchi P, Lucarini M, Zanzi C, Rotondo F, Lorenzini A, Marchionni S, Paolini M.
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