Il contributo trae origine, ma ne costituisce un ampliamento e un'integrazione, da una Relazione svolta in occasione di una Tavola Rotonda organizzata dall'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", sul tema della rappresentanza e della conseguente crisi del vincolo di mandato. Nel contributo si è inteso porre l'accento sulla circostanza che la crisi del vincolo di mandato è una conseguenza diretta della crisi della rappresentanza parlamentare, come del resto è stato ampiamente dimostrato dalle più o meno recenti viicende storiche. A questo riguardo si è inteso ripercorrere l'emblematica vicenda del regime Fascista, che, in funzione della ricerca di un più stretto rapporto con l'elettorato, prima, poi direttamente con il popolo, ha soppresso la Camera dei deputati, in quanto giudicata (dai più, non solo da coloro che aderivano al regime) non più rappresentativa, in preda a pulsioni assemblearistiche, a trasformismo e trasfughismo, per sostituirla con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, considerato un esperimento di democrazia diretta autoritaria. Queste vicende storiche dovrebbero fare riflettere sulla ricerca di un rapporto sempre più stretto con il popolo e sul conseguente svilimento della rappresentanza parlamentare, oggi ricorrente negli ambienti istituzionali e finanche nelle proposte di riforma istituzionale. Per tale motivo, a titolo di conclusione, si è inteso rimarcare la necessità di tornare a meccanismi di democrazia immediata, in luogo del sistema di democrazia mediata prodotto dall'ultima riforma elettorale, e di pervenire allo scioglimento anticipato delle Camere ogni qualvolta si manifesti un sensibile scostamento tra le dinamiche espresse dal corpo elettorale e quelle ancora rappresentate nelle Assemblee parlamentari. Solo così, si potrà rivitalizzare la rappresentanza parlamentare e di conseguenza il divito di vincolo di mandato.

La crisi della rappresentanza alla base della crisi del divieto di vincolo di mandato

Michele Belletti
2020

Abstract

Il contributo trae origine, ma ne costituisce un ampliamento e un'integrazione, da una Relazione svolta in occasione di una Tavola Rotonda organizzata dall'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", sul tema della rappresentanza e della conseguente crisi del vincolo di mandato. Nel contributo si è inteso porre l'accento sulla circostanza che la crisi del vincolo di mandato è una conseguenza diretta della crisi della rappresentanza parlamentare, come del resto è stato ampiamente dimostrato dalle più o meno recenti viicende storiche. A questo riguardo si è inteso ripercorrere l'emblematica vicenda del regime Fascista, che, in funzione della ricerca di un più stretto rapporto con l'elettorato, prima, poi direttamente con il popolo, ha soppresso la Camera dei deputati, in quanto giudicata (dai più, non solo da coloro che aderivano al regime) non più rappresentativa, in preda a pulsioni assemblearistiche, a trasformismo e trasfughismo, per sostituirla con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, considerato un esperimento di democrazia diretta autoritaria. Queste vicende storiche dovrebbero fare riflettere sulla ricerca di un rapporto sempre più stretto con il popolo e sul conseguente svilimento della rappresentanza parlamentare, oggi ricorrente negli ambienti istituzionali e finanche nelle proposte di riforma istituzionale. Per tale motivo, a titolo di conclusione, si è inteso rimarcare la necessità di tornare a meccanismi di democrazia immediata, in luogo del sistema di democrazia mediata prodotto dall'ultima riforma elettorale, e di pervenire allo scioglimento anticipato delle Camere ogni qualvolta si manifesti un sensibile scostamento tra le dinamiche espresse dal corpo elettorale e quelle ancora rappresentate nelle Assemblee parlamentari. Solo così, si potrà rivitalizzare la rappresentanza parlamentare e di conseguenza il divito di vincolo di mandato.
2020
Michele Belletti
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